Una pagina bianca. Pura come l’innocenza. Accogliente come un grembo materno. Spietata come l’incertezza. Pagina bianca che diventa terra fertile in cui seminare parole ed emozioni. Il sentire di chi scrive. L’ardore di chi legge. Le pagine si riempiono di lettere, le lettere amoreggiano dando vita alle parole. È un miracolo che si rinnova da secoli. È il miracolo della scrittura.

Si scrive per necessità, per diletto, per amore. Si scrive per guarire. Per non morire. Per restare. Si scrive per capire e per capirsi. Per nascondersi, ma con il segreto desiderio di essere letti. Affinché le emozioni vengano trasmesse, come particelle nell’aria, a confondersi con altri pensieri.

La scrittura è evasione, ribellione, coraggiosa presa di coscienza. Parole che non vanno via con il vento ma che restano impresse su quella pagina, che fu bianca, per essere letta, riletta e tramandata. La scrittura è religione, mito e quotidiano. La scrittura è vita che dona al passato l’immortalità. Tempo e spazio si dilatano fino a perdere confini e andando oltre ogni immaginazione.

La gioia di scrivere.

Il potere di perpetuare.

La vendetta d’una mano mortale.

(Wislawa Szymborska)

Da https://paroleadarte.wordpress.com/