Qualche ora più tardi nella mattinata davanti alla porta d’ingresso della sua abitazione, Stefano, con accanto un borsone da viaggio appoggiato per terra, si appresta a salutare la sua famiglia. Giorgio, undici anni, si alza più che può sulle punte dei piedi per abbracciare calorosamente suo padre.
– Papà, torna presto! –
– Sicuro. Fai il bravo ragazzo, anche se so che non hai bisogno delle mie raccomandazioni. Sarò a casa quanto prima. –
– Tesoro, vai a vedere sul comodino se papà ha dimenticato qualcosa? – chiede la donna col pretesto di rimanere un attimo da sola con Stefano.
– Hai con te un po’ di soldi? – chiede Sara.
– Quelli del viaggio e qualcosa in più. Mi basteranno – risponde Stefano.
– La carta di credito te la stai portando? –
– No. Non c’è molto da prelevare; e poi, non ho nessuna intenzione di prosciugare del tutto le nostre residue risorse. –
– Come farai senza soldi? Ti potranno servire. Io ho il mio lavoro, non avremo problemi di questo tipo. –
– Stai tranquilla, me la caverò. –
– Dacci notizie. Ti aspettiamo. Sappi che ti vogliamo bene – replica Sara, quasi con le lacrime agli occhi.
-… anch’io. Tanto.
– Come ti senti?
-… come in preda a convulsioni mentali, in un continuo aggrovigliarsi di pensieri – confessa l’uomo, con tono sufficientemente sereno. – Credo sia normale. Non potrei pretendere diversamente. Ma ti assicuro che sono ancora in grado di intendere e di volere. –
-… va bene – annuisce Sara con un dolce sorriso. – Che questa tua vacanza sia breve. Me l’hai promesso. –
– Promesso! –
– Mamma, non c’era niente sul comodino di papà – Sara elargisce un’affettuosa carezza sulla sua testolina.
– Dimentichi niente? –
– No. Mi sono portato poca roba. Lo stretto necessario – dice Stefano. – Non ho in mente di trascinarmi altro peso. –
Dopo essersi salutati, stando attenti quasi a non manifestare le proprie commozioni, l’uomo si allontana lasciando alle sue spalle due anime e un mondo che non è riuscito ad amare come avrebbe voluto e va incontro a un destino di cui non conosce la vera identità.