ANPI: Le tragedie sul confine Orientale

Nel Giorno del Ricordo è necessario ricordare tutte le tragedie accadute nella regione dell’Alto Adriatico, il nostro confine orientale:

REGIME FASCISTA:
Occupazione ventennale della regione con politiche oppressive, snazionalizzanti e violenze contro le componenti slovena e croata

GUERRA DI AGGRESSIONE ITALIANA ALLA JUGOSLAVIA (1941-1943):
-solo in Slovenia 100.000 civili internati
– 7.000 internati morti, di cui 1.500 nei campi di concentramento italiani di Arbe e Rab
– 5.000 civili e 900 partigiani fucilati
Totale 13.100 morti su una popolazione di 339.751

OCCUPAZIONE ISTRIA PARTIGIANI JUGOSLAVI DOPO L’8 SETTEMBRE:
circa 800 morti italiani (foibe)

OCCUPAZIONE TEDESCA E FASCISTA RSI NOVEMBRE 1943-APRILE 1945:
– Si succedono 110.000 militari tedeschi, turkmeni, cosacchi
– Secondo i tedeschi: 3.700 uccisi e 4.500 catturati tra jugoslavi e italiani
– Secondo i fascisti: 5.216 uccisi e 7.328 catturati
– Risiera di San Sabba (Trieste), campo di sterminio nazista in suolo italiano: circa 5.000 morti ebrei, resistenti italiani e jugoslavi

FINE OCCUPAZIONE TEDESCA E OCCUPAZIONE JUGOSLAVA A TRIESTE:
– Migliaia di deportati (fascisti, antifascisti, resistenti italiani) e 4/5.000 morti a Trieste (in parte nelle foibe)
– 14.000 domobranci uccisi dalle truppe di Tito (i domobranci erano sloveni collaboratori dei tedeschi)
– 60.000 ustascia uccisi dalle truppe di Tito (gli ustascia erano croati collaborazionisti dei tedeschi)

1945 – 1954:
Esodo di 300.000 italiani dalla regione annessa alla Jugoslavia

Dedicare il Giorno del Ricordo solamente alle “Foibe”, come fa il manifesto del Sindaco, è riduttivo e fuorviante, in quanto non tiene conto della “più complessa vicenda del confine orientale” come recita la Legge Istitutiva della solennità.
L’affermazione diffusa che si trattò di pulizia etnica non è corretta. Le violenze commesse dai partigiani jugoslavi non ebbero una logica nazionale, nemmeno etnica ma politica.

Fuorviante è anche la mostra online su “La tragedia delle foibe e l’esodo degli istriani, fiumani e dalmati” alla quale il sindaco ha invitato le scuole.
La “mostra”, dal punto di vista comunicativo, è incomprensibile: Si tratta di una sequenza di oggetti, manifesti, bandiere, senza accompagnamento di didascalie serie.
La “mostra” dal punto di vista contenutistico riprende senza alcun rigore storiografico le tesi dei gruppi estremi degli esuli (che rispettiamo pienamente come persone che hanno sofferto ma che non hanno il monopolio della storiografia). I contenuti, unilaterali e assolutamente non attendibili, inducono a valutazioni non oggettive e sostanzialmente non accettabili sul piano della valutazione storica.
Dato che questa mostra da sempre presenta queste incongruenze, ci chiediamo come mai si sia deciso di riproporla per il terzo anno consecutivo.

Questa iniziativa dell’amministrazione è conseguente al fatto che in tutto il Paese il partito Fratelli d’Italia, e le sue emanazioni associative, da tempo cavalcano questa campagna di disinformazione allo scopo di presentarsi come “difensori e vendicatori” dell’italianità offesa, con lo scopo di attrarre consensi.
Chi invece è sostenitore della Patria nella verità promuove la corretta ricerca storica, la pacificazione tra popoli confinanti e la difesa della Democrazia: ne è alto esempio, il 13 luglio 2020, l’incontro tra il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahor che a Basovizza commemorarono le vittime delle foibe e dell’occupazione fascista tenendosi per mano.
Pertanto suggeriamo molto umilmente, e senza alcuna supponenza, a Dirigenti Scolastici e Insegnanti di visitare quella “mostra” individualmente e a valutarne la validità didattica per le scolaresche.
Proponiamo in alternativa i seguenti siti web che contengono materiale storico rigoroso:
www.deportati.it, Mostra sul Confine orientale
www.irsrecfvg.eu, Istituto storico della resistenza del Friuli Venezia Giulia, cliccando su Didattica e poi su Vademecum per il Giorno del Ricordo

Per il prossimo anno proponiamo, accogliendo l’invito dell’esule istriano Claudio Debetto, di cointitolare l’area ora intitolata a Norma Cossetto, anche a tutte le vittime delle guerre scatenate dal fascismo.
In questo modo si valorizzerebbe la funzione didattica della toponomastica, che non può essere assoggettata a interpretazioni tese a rivalutare la nefasta dittatura fascista.

ANPI Casale Monferrato

Alleghiamo bibliografia delle informazioni sopra citate ed immagine reperita all’indirizzo www.quirinale.it/elementi/49700 

BIBLIOGRAFIA MINIMA SULLE VICENDE DELL’ALTO ADRIATICO – CONFINE ORIENTALE

Aga Rossi – Giusti, Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani, Il Mulino 2011

Ferrara – Pianciola, L’età delle migrazioni forzate. Esilii e deportazioni in Europa 1853 – 1953, Il Mulino 2012

Crainz – Pupo – Salvatici, Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa, Donzelli 2008

Tony Judt, Dopoguerra. Come è cambiata l’Europa dal 1945 ad oggi, Mondadori 2007

Raoul Pupo, Il lungo esodo: Istria le persecuzioni, le foibe, l’esodo, Rizzoli 2005 (Nuova edizione 2021)

Raoul Pupo, Trieste ’45, Laterza 2010

Eric Gobetti, E allora le foibe?, Laterza 2021

Gianni Oliva, Profughi. Dalle foibe all’esodo: la tragedia degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, Mondadori 2005

Gianni Oliva, Le tre Italie del 1943. L’alibi della resistenza. Come abbiamo vinto la seconda guerra mondiale, Mondadori 2005

Guido Franzinetti, I Balcani: 1878 – 2001, Carocci 2001

Joze Pirjevec, Serbi croati sloveni. Storia di tre nazioni, Il Mulino 1995 ed. rinnovata 2002

Joze Pirjevec, Le guerre jugoslave 1991 – 1999, Einaudi 2001 e 2002