Forse perché eri il senso delle cose
o il destino dei sogni che ti amai.
Ti amai per la tua aria di
mistero del tutto mai svelato
il tuo costruire palazzi con
terrazze affacciate su
l’orizzonte delle speranze,
il tuo coprire lo sguardo a non
rivelare la tenerezza aperta
nei gesti e nei silenzi gravidi
di parole intrise dalla luce
dell’inconsapevole gioventù
che rende vero l’impossibile.
Forse ti amai perché eri fuoco
mai uguale a se stesso e acqua
dove io mi potevo specchiare
bella e trovare nel fondo
pietre colorate e conchiglie
come amuleti contro il vento
che sbatacchiava la banderuola
sul tetto della prospettiva acerba.
Ti amai per queste cose e per
tutte quelle che rendono magica
l’età che tesse la tela del futuro
con le trame della contraddizione
ma che sa cercare nel dedalo dei
pensieri il magico filo di Arianna.