La suggestione del legame fra Artorius e Avellino (anticamente Abellinum) è tratta da un testo di Linda Malcor, che ha notato l’assonanza fra il toponimo e la leggendaria isola di Avalon . Aggiungo che oltre ad Avellino nelle vicinanze esiste un toponimo simile Avella (anticamente Abella da cui il cognome Abello) città anche ricordata anche da Virgilio con riferimento alle mele: però probabilmente il frutto a cui alludeva il poeta era la nocciola che in spagnolo si chiama “abellana”.

Avalon Avella, Avellino, Avallon in Francia ,Aballava in Britannia, Jabuka in Dalmazia, e tanti altri nomi simili hanno evidentemente una radice comune in una parola dal significato “mela” (apfel in Tedesco, apple in Inglese e molti sostantivi simili in molte lingue antiche e moderne) che ci riporta a miti antichi, come il Giardino delle Esperidi o al racconto fantastico della BIbbia su adamo ed Eva. Avella ed Avellino si trovano ai piedi del Montevergine, anticamente “Mons Vergilianus”, dove una leggenda medievale situava un orto di piante medicamentose curato dallo stesso Virgilio. La montagna ora è consacrata alla “Vergine” Maria di Gioacchino, ma anticamente come risulta dagli scavi fatti da noi con La Federico II esisteva un tempio dedicato a Cibele e Flora. Nelle vicinanze sono stati ritrovati i resti di quello della dea delle acque Mefite, mentre tra Avella e Nola , in località Cimitile, ci sono i resti di un grande Tempio dedicato ad Ercole, divinità per alcuni aspetti simili ad Artù (già citato nella I parte). Rileggendo Graham Anderson un nome alternativo di Ercole era Camblite (o Kambletes, generalmente ricordato come un mitico re della Lidia, discendente comunque da Ercole) dal quale deriverebbe la parola Camelot. Nella discendenza di Ercole in Lidia, infatti, dopo Camblite troviamo un Ardus, la cui storia ricorda quello di Artù. Artorius Asclepiades medico di Augusto (come è noto morto a Nola), è ricordato da alcune epigrafi in lidia, regione dove evidentemente era vissuto. Lo stesso Virgilio che possedeva un podere fra Avella e Nola, appare in numerosi racconti Arturiani in genere come antenato di personaggi magici (come il Clingsor di Capua nel Parzival di Wofram von Eschenbach), a volte come mago che affiancava Re Artù al posto di Merlino. Le donne presenti nel ciclo arturiano sembrano essere strettamente legate ad Avalon (la madre Ygraine, Morgana, “Lile, Signora del Lago e di Avalon”). La Malcor, identificando in Artorius Castus la fonte prima del mito, ne deduce che sua madre potesse essere originaria di Avella o Avellino” (continua)

Prof. Ferdinando Caputi