A TE – di Paola Varotto
A TE –
A te
che porti sul volto
i segni del tuo lavoro
A te
che lasci il cuore a casa
ma che ne possiedi un altro
di scorta per lenire le pene
di chi muore
A te
che non puoi parlare con la voce
ma con le mani accarezzi
chi lascia questo mondo
A te
che dormi dove capita e
ti risvegli subito al rantolo
del dolore
A te
che non mangi e vivi di caffè
che non hai desideri ma solo doveri
A te
che nessuno sa chi sei
ma salvi vite sconosciute
A te
che hai lasciato questa vita
per donarla agli altri!
A te,
le mie lacrime e il mio GRAZIE!
©copyright L.633/1941
Paola Varotto
La missione è nel gesto semplice del donare: non è alternativo, complementare, di tendenza. Nè si alimenta di parole, banali, ordinarie, vuote. Intravedo scelte e sacrificio. Scorgo umanità. Si, Umanità. All’Autrice, caustica nella sua rappresentazione, che evidenzia in tali gesti ordinari definiti, circoscritti in modo straordinario, candida profondità: Grazie.
Il mio grazie, porgo.
“A te che lasci il cuore a casa,
ma che ne possiedi un altro
di scorta per lenire le pene
di chi muore”
La missione è nel gesto semplice del donare: non è alternativo, complementare, di tendenza. Né si alimenta di parole, banali, ordinarie, vuote. Intravedo scelte e sacrificio. Scorgo umanità. Si, umanità. All’Autrice, caustica nella rappresentazione, che evidenzia in tali gesti, ordinari, definiti, circoscritti in modo straordinario, candida profondità: Grazie.
Il mio grazie, porgo.
“A te che lasci il cuore a casa,
ma che ne possiedi un altro
di scorta per lenire le pene
di chi muore …”.