Il vento ha ululato tutto il pomeriggio, portandosi via le ultime foglie rimaste tenacemente, ma inutilmente, aggrappate ai rami infreddoliti dell’albero giù al centro del giardino. Ai suoi piedi, un letto morbido color rosso e oro.

Sto qui, la fronte poggiata al vetro freddo, ad ascoltare la voce della natura. E quella dei miei pensieri, che vanno sempre a te. Qualche uccellino impavido intona un canto incerto, la gatta della vicina miagola in attesa del suo pasto. Rade macchine transitano sulla strada oltre il cancello. Sempre aperto, quel cancello. Devo rammentare alla giovane coppia che abita nell’appartamento al primo piano che il cancello non è un optional. Loro sono sprovveduti e non ci sono quasi mai, ma io ho paura dei malintenzionati e li ho esortati mille volte a chiudere quel benedetto cancello.

Con un gesto impulsivo, afferro la giacca sulla sedia per scendere giù. Chiuderò io il cancello e ne approfitterò per bussare al portone dei due ragazzi per far loro una bella ramanzina. E per fargli assaggiare il dolce che ho appena sfornato. Sono molto golosi e apprezzano la mia cucina. In fondo, sono dei bravi giovani.

Un rumore sordo interrompe le mie contraddittorie riflessioni. Corro in cucina e trovo le mie amate piante per terra. Un colpo di vento molto forte ha spalancato la finestra facendo rotolare a terra i vasi che ho sul davanzale. Che strana cosa. La finestra era chiusa, ne sono certa. E il vento, per quanto forte, non poteva aprirla.

Lasciamo stare. Meglio che pulisca tutto. Scenderò un altro giorno. Certo che la terra si è infilata dappertutto, anche sotto il mobile sul quale è poggiato il televisore. Devo spostarlo per pulire bene.

Ecco, ho quasi finito e… Ma cosa c’è qui? Non riesco a crederci. Erano mesi che cercavo questa fotografia e come sia finita sotto il mobile proprio non lo capisco.

La prendo con delicatezza. Mi siedo. L’ultimo scatto insieme. Eravamo così felici, seduti in riva al nostro meraviglioso mare. Una lacrima scende silenziosa sulla mia guancia proprio mentre sento suonare il campanello. Mi asciugo frettolosamente gli occhi e vado ad aprire. La giovane coppia dei miei pensieri di poco fa, è lì davanti a me, sul pianerottolo.

<<Signora Giovanna, le vogliamo solo dire che da oggi in poi chiuderemo sempre il cancello. Lo promettiamo. Ci scusi se siamo stati superficiali e negligenti fino a ora.>>

Hanno gli occhi abbassati e si tengono per mano. Nascondo la nostra foto nella tasca della felpa e con un sorriso li invito a entrare.

C’è una torta profumata che attende solo di essere gustata.