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La pioggia è il tuo vestito, di Corrado Govoni, recensione di Elvio Bombonato

La pioggia è il tuo vestito.
Il fango è le tue scarpe.
La tua pezzuola è il vento.
Ma il sole è il tuo sorriso e la tua bocca
e la notte dei fieni i tuoi capelli.
Ma il tuo sorriso e la tua calda pelle
è il fuoco della terra e delle stelle.

CORRADO  GOVONI, 1943

Strofa insolita di 7 versi: i primi 3 sono settenari piani, gli altri 4 endecasillabi piani. La disposizione versale è sorretta dalla rima: abaCDEE.  Però capelli/stelle è una quasi rima consonantica. Troviamo un’immagine in ciascun verso, mancano infatti gli enjambement.  

Il parallelismo si fonda sulle iterazioni anaforiche: prima di tutte “è”; quindi la congiunzione avversativa “ma”; l’aggettivo possessivo “tua”; per chiudere con “il tuo sorriso”.  La pezzuola – il fazzoletto messo sui capelli – quale terzo membro –  completa il climax: vestito scarpe pezzuola.  

Mi pare evidente la sensualità volatile della breve lirica, morbida delicata affascinante.  L’elogio della donna ricalca le poesie, quelle solari, dello Stilnovo.