Muoviamo ore di sonno, veglie violente,
occhi a utero, spingiamo sull’asfalto, letti
concordiamo un ritrovo,
la clorofilla ingoiata, trasudiamo,
gettiamo tatuaggi di costellazioni;
incrocio doppio,
spengo il mio circuito argentato,
tu dori la lontananza,
silenziandola, e
tutto questo tremare che ci riempie,
sarà per scuoterci fermi, vermi
credendo di averti dissotterrato.
La porcellana del tuo cuore è disintegrata.
a terra, frammenti umani, briciole
schiacciate nelle primavere in disarmo,
questa volta siamo la Viaduc des arts 2 1996
di Ferruccio Ferroni,
stessa soglia di sfocatura, grigi
agglomerati,
rovine romane di Gijon,
sconfine, ruggine, piombo, Saturno,
sopra le enne minuscole piccola croce,
quello che ci serra è usato,
cinti finti urtiamo una verità, vogliamo
essere un atto di riproduzione memorabile,
e la plastica mischiata ai semi di girasole
fanno miscela
di spalle, non corriamo il rischio di infrangerci.

Poeta, performer