Tronco che sei stato, di Brigida Miraglia, recensione di Elvio Bombonato

Tronco che sei stato
abbattuto e poi abbandonato
al tuo destino con la corrente
di un fiume che ti trascina verso
il mare abbandonato al tuo destino
per arrivare alla deriva hai fatto
ombra agli uccelli del cielo
all’uomo che ti ha abbattuto
a terra lasciandoti da solo
ma tu galleggi con leggerezza
in quell’acqua che ti porta alla
deriva, forse sarai ancora utile
per qualcosa ma ti abbandoni
al tuo destino senza più radici
e rami verso il cielo
BRIGIDA MIRAGLIA.
Strofa unica di 15 versi piani, di varia misura, senza le rime. La lirica è un continuum ansimante con struttura a spirale, mancano volutamente le pause segnate dalla punteggiatura.
Protagonista è un tronco d’albero, abbattuto, gettato nel fiume, abbandonato nel mare: è il suo destino. Non sarà più il rifugio degli uccelli. Il tronco, tuttavia, mantiene una parvenza di vitalità: galleggia con leggerezza nell’acqua che lo porta alla deriva.
Ma non ha più le radici né i rami rivolti verso il cielo. La poetessa ha scelto un tema insolito e lo ha svolto in modo originale.
Elvio Bombonato