ACQUA UN BENE VITALE PER LA PERSONA E PER LA NATURA (di Eduardo Terrana)

L’acqua è una risorsa vitale per tutti gli esseri viventi che sono costituiti in gran parte di acqua. Nell’essere umano l’idratazione è indispensabile per il suo benessere, la sua carenza può determinare scompensi che vanno dai crampi alle allucinazioni ed alla perdita di coscienza.
L’acqua risulta essere la sostanza più diffusa sulla terra: il 97,3% è negli oceani e nei continenti; il 2,7% è presente sotto forma gassosa nell’atmosfera.
È stato calcolato che gli oceani contengono 1350 milioni di km cubici di acqua, che altri 770 mln di km cubici di acqua sono sotto terra in varie forme, anche come
acqua di cristallizzazione, ed infine che 28 milioni di km cubici di acqua sono ghiacciati nelle calotte polari.
L’acqua è, quindi, dappertutto ma non per tutti nel mondo è così semplice da trovare, come non è tutta ugualmente utile. Ce n’è una parte particolarmente preziosa: l’acqua dolce, che serve di più all’uomo, ma anche agli animali e alla vegetazione, come a ogni forma di vita. Lo sviluppo economico, oggi cresciuto oltre misura, utilizza, inoltre, molto di questa preziosa risorsa, infatti largo impiego di acqua dolce si ha nell’industria e nell’agricoltura.
Tutto ciò dice della enorme e indispensabile utilità e insostituibilità dell’acqua per l’uomo e per l’ambiente, da sempre, tanto da meritare il grande rispetto e il culto che gli esseri umani del mondo antico avevano per questo prezioso elemento naturale che adoravano come divinità. Analoga considerazione però non si riscontra nel nostro tempo! Si deve, infatti, rilevare che l’attenzione e il rispetto dell’uomo per l’acqua nel mondo contemporaneo si manifesta in termini fortemente deficitarii. L’abitudine allo spreco e la noncuranza fanno perdere spesso di vista la necessità di proteggere questa risorsa, che è la più importante del pianeta. Gli effetti sono un inquinamento diffuso di acqua dolce che non risparmia ormai le stesse falde acquifere. Contaminanti l’acqua sono: gli scarichi fognari, che sono causa anche di molte malattie infettive; i detergenti sintetici; l’inquinamento agricolo, a causa dei concimi chimici, diserbanti, insetticidi, che la pioggia lava via e vengono così convogliati nei corsi d’acqua; l’inquinamento industriale, causato dall’uso di sostanze nocive o addirittura tossiche come piombo, ammoniaca, oli o solventi vari; l’inquinamento termico dovuto all’utilizzo da parte delle centrali idroelettriche e nucleari delle acque da usare per il raffreddamento dei processi industriali.
Il dato relativo all’inquinamento ambientale è impressionante: circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti sono riversati, ogni giorno, nei fiumi, affluenti e laghi. Se l’inquinamento continuerà a un ritmo identico a quello della crescita demografica, il pianeta perderà 18.000 m3 di acqua dolce da qui al 2050, ossia quasi nove volte la totalità di quello che utilizzano oggi i paesi per l’irrigazione. Ogni anno, dai 300 ai 500 milioni di tonnellate di metalli pesanti, solventi, fanghi di depurazione tossici ed altri rifiuti provenienti dall’industria s’accumulano nelle riserve d’acqua.
Su una buona parte della Terra, dunque, la presenza dell’uomo contrasta con quella di un sano ecosistema.
Vale ricordare che nel mondo non tutti hanno una larga disponibilità di acqua dolce.
Due bambini su dieci oggi non hanno possibilità di bere acqua. E questo è un problema grave in un contesto, peraltro, allarmante, caratterizzato, a livello planetario, dalla siccità e dalla desertificazione, che avanza sempre di più in molte aree del pianeta.
La “Giornata mondiale dell’acqua”, voluta, nel 1993, dall’Assemblea delle Nazioni Unite, che si celebra ogni anno il 22 marzo, proclamò che “ L’acqua è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della terra ed è patrimonio dell’umanità. È un diritto fondamentale e inalienabile che va garantito a tutti “. Le Nazioni Unite hanno fatto obbligo, pertanto, a tutti gli stati membri di assicurarla alle rispettive popolazioni; inoltre, al fine di informare i responsabili politici e decisionali, di come migliorare la gestione delle risorse idriche e l’accesso all’approvvigionamento idrico e ai servizi igienico-sanitari, che sono essenziali per superare la povertà e affrontare varie altre disuguaglianze sociali ed economiche, redigono ogni anno il “Rapporto mondiale sullo sviluppo delle risorse” che viene presentato nella giornata celebrativa del 22 marzo.
Dal Rapporto scaturisce l’amara realtà della condizione dell’uomo nel suo rapporto con l’acqua. Circa il 40% della popolazione mondiale, un miliardo e 400 milioni di persone, si trova in stato di penuria d’acqua con meno, mediamente, di 2,7 litri di acqua al giorno per persona. Vale considerare, per comprendere tale drammatica realtà, che negli Stati Uniti la disponibilità di acqua giornaliera per ogni abitante è di 425 litri. Ancora nel 2021, due miliardi e cento milioni di persone nel mondo, pari a tre su dieci, non hanno un accesso sicuro all’acqua potabile e 4,5 miliardi di persone, pari a sei su dieci, non possiedono sufficienti servizi igienici sicuri. Inoltre 68,5 milioni di persone sono costrette a fuggire da casa a causa di conflitti e persecuzioni, mentre 25,3 milioni di persone mediamente ogni anno sono costrette all’emigrazione a causa di disastri naturali, il doppio rispetto ai primi anni Settanta. Inoltre 5 milioni di persone, di cui un milione e cinquecentomila bambini, muoiono ogni anno per malattie relative alla qualità dell’acqua.
Il Rapporto evidenzia che l’accesso all’acqua potabile è fondamentale per la salute dei bambini in tutto il mondo, e mentre rileva che un bambino nato nel mondo sviluppato consuma dalle 30 alle 50 volte più acqua di un bambino nato nel mondo in via di sviluppato, mette, contemporaneamente, in risalto che sono circa 425 milioni i bambini che continuano a vivere in condizioni di penuria idrica.
Il Rapporto mette ancora in risalto che in molti paesi donne e bambini percorrono lunghe distanze per attingere e trasportare l’acqua necessaria alla loro famiglia per bere, lavare e cucinare.
La disponibilità di acqua cala ogni anno. Secondo i dati ONU nel 2025 un miliardo e ottocento milioni di persone vivranno in Paesi e regioni con assoluta scarsità d’acqua e due terzi della popolazione mondiale potrebbero essere in condizioni critiche. Il problema della disponibilità di questo prezioso bene e della sua gestione e distribuzione, equa e solidale, è, contemporaneamente, all’origine di scontri sociali in molte parti del mondo, dall’India alla Bolivia, dalla Cina alla Africa, al Medio Oriente.
Sono stati recensiti 507 eventi conflittuali legati all’acqua, di cui 37 hanno implicato il ricorso alla violenza e 21 azioni militari: una di queste è il conflitto in atto arabo-israeliano per la gestione delle risorse idriche nella zona.
D’altra parte, la sempre maggiore carenza idrica, e soprattutto la sua diseguale distribuzione, sta trasformando in oro blu l’acqua potabile sul nostro pianeta. Stante alle previsioni nel 2025 la disponibilità annuale di acqua scenderà dai 6600 metri cubi attuali a 4800 metri cubi a persona.
Sono 135 milioni, le persone che rischiano l’esodo forzato dai luoghi in cui abitano per cause ambientali e 3,4 miliardi, circa la metà della popolazione mondiale, quelli che abitano zone esposte ad almeno un rischio ambientale dall’impatto rilevante tra siccità, inondazioni, frane, cicloni, eruzioni vulcaniche, terremoti.
Viene rilevato anche che: l’acqua è uno degli elementi che maggiormente subiscono l’impatto del cambio climatico, in corso, che manifestandosi spesso con eventi estremi, acuiscono la gravità della situazione: lo scioglimento dei ghiacciai è aumentato dell’1% annuo negli ultimi 35 anni, con una conseguente riduzione delle riserve idriche di acqua potabile. Ma anche la diminuzione della portata dei fiumi e delle precipitazioni nell’area mediterranea, che favorisce i processi di desertificazione, sono fenomeni che sempre più assottigliano le riserve d’acqua potabile.
Il Rapporto rileva che la domanda globale di acqua è destinata a crescere di circa l’1% l’anno fino al 2050, in ragione soprattutto della crescente domanda a livello industriale e domestico. Stima, altresì, che verso il 2050 , sette miliardi di persone in 60 paesi, nell’ipotesi più pessimista, o 2 miliardi di persone, nell’ ipotesi più ottimista, saranno confrontate ad una penuria d’acqua, aggravando la situazione dei paesi più poveri d’acqua: il Kuwait, la Striscia di Gaza e gli Emirati Arabi Uniti.
Il consumo di acqua è presso che raddoppiato nel corso degli ultimi 50 anni e va considerato che 45 milioni di nuovi ettari di terra saranno irrigati da qui al 2030 in 93 paesi in via di sviluppo e questo necessiterà un aumento del 14% dei volumi d’acqua destinati all’irrigazione, che però risulta essere estremamente inefficace perché circa il 60% dell’acqua utilizzata si spreca a causa di cattivi drenaggi e di irrigazioni mal funzionanti, con un danno per oltre il 10% delle terre irrigate.
Ci sono parti del mondo in cui l’acqua oggi è un bene raro e preziosissimo e disponibile in quantità infinitesimali di contro in altre parti in cui l’acqua c’è in abbondanza, quando non addirittura troppa, e si sperpera .
Il mondo appare sempre più diviso in due categorie: i ricchi d’acqua ed i poveri d’acqua. E di contro sempre più società multinazionali stanno acquisendo il controllo delle fonti di acqua dolce, trasformando l’acqua, diritto inviolabile dell’essere umano, in una merce. Situazioni simili stanno avvenendo in tante parti del mondo, e contro questa mercificazione dell’acqua si stanno mobilitando numerose organizzazioni internazionali.
Nel rilevare allora l’importanza dell’acqua come elemento della vita non si può non ribadire che urgono misure urgenti ed interventi a brevissimo, medio e lungo termine, come urge prendere coscienza ed agire di conseguenza che l’acqua non è e non deve essere una fonte di profitto perché essa è una sostanza ben più preziosa: la vita stessa. Non si può, peraltro, rilevare come sia importante prendere coscienza, a livello personale e collettivo, di non inquinare l’acqua se vorremo mantenere la vita sul nostro pianeta, ed agire conseguentemente e responsabilmente. Come è auspicabile, altresì, che sui principi e sui valori che informano le dichiarazioni internazionali sin qui redatte e che sono state sottoposte all’attenzione ed alla sensibilità dei governi del mondo, gli Stessi provvedano a tradurli il più presto possibile in provvedimenti concreti di legge da fare osservare scrupolosamente. Ognuno, nel suo piccolo, comunque, può fare tanto per contribuire a dare una soluzione al problema, iniziando dal non usare e trattare l’acqua in modo sconsiderato. Ogni goccia d’acqua è un bene prezioso.

Eduardo Terrana
Giornalista – saggista- conferenziere internazionale su diritti umani e pace
Diritti riservati

Pubblicato anche su VERSO – spazio letterario indipendente:

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