Pasqua 2021

Senza l’esperienza dello Spirito, vale a dire senza l’esperienza accettata nella fede e nella fiducia della pienezza di senso dell’esistenza, un essere umano non può abbandonarsi fiducioso alla testimonianza pasquale delle discepole e dei discepoli di Gesù. «Soltanto colui che spera può vedere il compimento della speranza, e, nel compimento visto, la speranza entra nella quiete della propria esistenza» (Karl Rahner). Una resurrezione «corporea» non si può «immaginare», perché non è una rianimazione; non è la ricomposizione di uno stato anteriore. Essa allude a una trasformazione radicale, attraverso la quale una persona deve passare insieme con tutti i propri liberi compimenti di vita terreni, se deve trovare il proprio compimento nel superamento del tempo”.

(H. Vorgrimler, Nuovo dizionario teologico, voce Risurrezione di Gesù Cristo,Bologna, EDB, 2004, p. 610)

Ho sempre trovato questo denso testo, scritto da colui che fu il più stretto collaboratore e continuatore di Karl Rahner, assai illuminante per cercare di entrare nel mistero della Resurrezione, nel mistero della Pasqua.

La lettura del teologo tedesco va a saldarsi con quella poderosa sintesi della speranza, che in queste settimane abbiamo sentito più volte rievocare, racchiusa nei notissimi versi di Dante (Par., XXV, 67): la speranza come uno attender certo/ della gloria futura, il qual produce/ grazia divina e precedente merto. In questi lunghi e tormentati mesi, nei quali la speranza è messa a prova nell’esperienza personale e collettiva, collegare l’attesa certa di un futuro di pienezza con comportamenti di solidarietà e di caritas vicendevole è, forse, la condizione migliore per preparare quel “dopo” che tutti attendiamo, e riuscire a trasformarlo e a viverlo come un “Oltre”.

Mi sento di esprimere così gli auguri pasquali a ciascuna e ciascuno di voi.

Renato Balduzzi