E’ sbucato il raggio da un nero di nubi

 e già scalda un poco la vista.

La proterva voglia di luce

si allunga a cercare nel verde

la viola e la primula in fiore…

ma è dietro cupezze irrisolte

fioritura ancora tardiva

di ciliegi e di peschi fruttuosi.

E la pioggia scende a gocce serrate

tra i denti del vento: ha il sapore

di una ruggine dentro che stride

 e ricorda che siamo creature

 dal fragile stelo e che il fato decide

i giorni di sole e di acqua,

di luce e di tenebra…

 Anche se è già Aprile e il cuore

vorrebbe essere rondine e fiore

sotto una pezza azzurra di cielo.

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