A che serve, di Vittorio Zingone
A che serve
Scendere e risalire scale,
Andare incontro
A tutta l’altra gente
Sulle vie del mondo
Sempre uguali,
Se poi
In cima e a piè
Di quelle scale
Non ci sei tu
Ad attendere, Signore?
Se nella gente innumere
Che incontro
Non so scorgere frammenti
Della tua creazione,
Il progetto tuo salvifico,
Mio dolce Salvatore?
A che serve andare, venire
Sulle vie del mondo
Sempre uguali,
Sollevare gli occhi
Verso il firmamento,
Ammirar campi disseminati
Di copioso verde,
Di dolcissime fragranze,
Se non si scorge
Il volto tuo divino
In ogni creatura
In cui s’imbattono
Gli occhi umili o superbi
Di noi donne, uomini?
Dunque, Signore,
Sii principio e compimento
Di ogni umano sguardo,
Di ogni più recondito pensiero;
Sia la nostra vita
Un perenne progetto di preghiera.