– Il Fatto Quotidiano

Un giovane su tre compreso in una fascia d’età tra i 18 e i 25 anni denuncia di soffrire di sintomi depressivi legati all’emergenza Covid-19. Questo è quanto emerge dalla ricerca condotta dalla Fondazione Italia in Salute, e realizzata da Sociometrica, per quantificare su scala nazionale le conseguenze dell’epidemia sul sistema sanitario.

Se si analizza il cambiamento negli stili di vita e nei comportamenti, tra le persone intervistate nell’analisi della Fondazioni, nel rapporto si legge come l’impatto sui giovani, se confrontato con la media della popolazione, “risulta maggiore”.

Con alcune differenze significative: se gli accenni (o sintomi) di depressione erano denunciati dal 16,5% della popolazione, tra i più giovani la percentuale sale al 34,7%, quindi più del doppio.

Ma non solo: anche per quanto riguarda la percentuale di persone che avverte disagi psicologici questa è pari al 27,1% nella media della popolazione, ma arriva al 40,2%, quasi il doppio, nella fascia d’età 18-25.

Questo malessere, si spiega, viene però “percepito in quanto collettivo e non in quanto legato alla singola persona, a sé medesimi”.

Tradotto, si trasforma in un cambiamento di comportamenti: uscire di meno, vedere meno persone; fare meno cose. E non si compensa invece con meccanismi di “addiction”, dato che – numeri alla mano – fumo e alcool non sembrano essere una “risposta” a questi problemi avvertiti.

Sorgente: “Impatto pandemia maggiore sui giovani, uno su tre avverte sintomi depressivi”: l’indagine della Fondazione Italia in Salute – Video – Il Fatto Quotidiano