– Il Fatto Quotidiano

Merita una riflessione la notizia, passata quasi inosservata, che nella battaglia elettorale per Milano, Forza Italia ha voluto subito innalzare, contro il novello EuroVerde Giuseppe Sala, il vessillo degli automobilisti oltranzisti.

Obiettivi: abolire l’area B, che vieta la circolazione in città di veicoli considerati più inquinanti; limitare a poche ore mattutine l’accesso a pagamento nel centro storico (area C); rilanciare la costruzione di parcheggi sotterranei e difendere gli spazi macchina; cancellare le piste ciclabili post-lockdown e le nuove Ztl, come quella prevista nel quartiere cult della neo-borghesia, l’Isola.Così Fi spera di non farsi schiacciare troppo dagli alleati, Lega e Fratelli d’Italia, che si sono ritrovati sostanzialmente a convergere (e a concorrere, come si evince anche dall’aperta sfida tra i leader Salvini e Meloni) su quel populismo sovranista-identitario che s’avanza come nuovo spettro per l’Europa, incardinato principalmente sul tema dell’emigrazione.

Ma, forse nella Milano metropolitana ricca, dove più di 300mila stranieri servono al bel vivere di quella fetta opulenta del milione di residenti adulti con diritto al voto, ‘Prima gli italiani’ non è una parola d’ordine così vincente, e ‘Prima gli automobilisti’ si può pur ben affiancare come slogan.

In fondo, anche nei quartieri periferici popolari molti rimpiangono la cara vecchia e grigia mobilità a quattro ruote, piuttosto che apprezzare i nuovi spazi colorati a scacchi nelle piazze e negli incroci pedonalizzati di oggi.

Sorgente: Milano, quando ‘prima gli automobilisti’ diventa lo slogan che mette d’accordo tutti – Il Fatto Quotidiano