ANPI: Intervento del Presidente

Carissime e Carissimi, vi porto il saluto dell’ANPI di Casale Monferrato, dell’ANPI della provincia di Alessandria e dell’associazione dei familiari dei caduti.

Colgo l’occasione per ringraziare le Guardie Ambientali d’Italia che silenziosamente mantengono pulito e ordinato questo luogo, tutto l’anno.

Con piacere saluto Germano Carpenedo in questo ultimo evento pubblico che lo vede quale presidente del Comitato Unitario Antifascista. Lo ringrazio veramente per schietta passione dimostrata in questi anni. Passione che è stata per me fonte di crescita personale e istituzionale.

Oggi è un giorno sì di festa ma è fondamentale ricordare chi ci ha permesso di essere qui oggi, in un Paese libero. Se avessero vinto fascisti e nazisti questo non sarebbe possibile.

Si è combattuto per darci una situazione diversa da quella precedente. Se fosse piaciuta la situazione esistente nei precedenti 20 anni, perché si decise di rischiare la vita?

“Anche i partigiani però” (dal titolo dell’ultimo libro di Chiara Colombini), ci hanno dato una delle costituzioni più invidiate al mondo, frutto di un lavoro collettivo istituzionale credo mai più raggiunto.

Una Costituzione che afferma il diritto al lavoro (e qui va il nostro pensiero ai lavoratori della Cerutti e della Freudenberg), ma anche il diritto alla salute pubblica e gratuita. E mai come in quest’ultimo anno ce ne siamo resi conto. Su quest’ultimo tema ci preme sottolineare la necessità di liberalizzare i brevetti sui vaccini, affinché siano per tutti e non per pochi.

La liberazione ci ha dato gli strumenti per affrontare al meglio questa pandemia.

Così come è importante ricordare che la Costituzione ribadisce la solidarietà quale principio fondamentale. È di questi giorni la notizia dell’ennesima strage del mare ai danni di persone in cerca di un futuro migliore, strage frutto probabilmente di soccorsi negati.

Se da un lato si può aprire una discussione seria sull’immigrazione (ma attenzione lontana da slogan e ricerca del consenso come invece accade ) in Europa, il soccorso non deve essere mai negato: salvare vite umane non è mai inopportuno.

Abbiamo appena letto i nomi di partigiani morti durante la guerra di Liberazione.

Da tempo assistiamo a tentativi di equiparazione di alcuni e pochi episodi sbagliati da parte dei partigiani a quelli commessi da nazisti e fascisti.

A questo dobbiamo opporci con la forza della ragione e con la forza della Storia. Perché la Storia non la scrivono i vincitori: la Storia è composta dai fatti.

Ecco che qui, e chiudo, ci corre in aiuto Italo Calvino con queste parole:

“Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era la lotta per una società pacifica, democratica, ragionevolmente giusta”.

Gabriele Farello

Presidente ANPI Casale Monferrato

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