Massimo Sartelli. Medico: La salute è la seconda area di spesa pubblica per la maggior parte dei paesi

Mentre la lotta contro il Covid-19 è ancora in corso e continua a richiede un grande sforzo da parte dei governi di tutto il mondo, è chiaro che l’epidemia avrà un impatto duraturo sugli investimenti sanitari per gli anni a venire. La salute è la seconda area di spesa pubblica per la maggior parte dei paesi. 

Allo stesso tempo, vi è una pressione al rialzo derivante dall’aumento dei costi delle tecnologie e dei prodotti farmaceutici e, in misura minore, dall’invecchiamento della popolazione. 

Da molti anni, le misure di austerità imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali hanno fermato gli investimenti nella sanità, innescato il blocco delle assunzioni e ridotto drasticamente il numero di posti di lavoro in sanità. 

Questo, combinato con le cattive condizioni di lavoro, ha anche portato un gran numero di sanitari più giovani a scegliere di lasciare il settore pubblico o persino il proprio paese d’origine per lavorare in contesti più prosperi dove la meritocrazia ha ancora un suo significato. 

La pandemia Covid-19 ha dimostrato che saranno necessari finanziamenti pubblici sufficienti per garantire una risposta globale alla salute. La ridefinizione delle priorità della spesa pubblica verso il rafforzamento dei sistemi sanitari richiede un’azione da parte di leader politici con una visione. 

Ogni paese dovrebbe sviluppare processi specifici per l’assegnazione dei fondi di bilancio alla salute.

Davanti al lento e progressivo sgretolamento di uno dei servizi sanitari migliori del mondo, negli ultimi venti anni nessun Governo ha mai avuto il coraggio di mettere la sanità pubblica al centro dell’agenda politica, ignorando che la perdita di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico, oltre a compromettere la salute delle persone significa ledere un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione.

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