BELLEZZE

Il campo di frumento è così bello
solo perché ci sono dentro
i fiori di papavero e di veccia;
ed il tuo volto pallido
perché è tirato un poco indietro
dal peso della lunga treccia. (1924)

CORRADO GOVONI (Ferrara 1884 – Roma 1965)

La lirica è una sestina irregolare, con una sola rima, una consonanza (dentro/indietro), un’allitterazione (bello/pallido). Sembra un flash, perché Il poeta coglie uno scorcio di paesaggio estivo – il campo di grano, la presenza della donna – e fa un elogio della loro bellezza. Sono belli il campo con il rosso dei papaveri, e il viso dell’amata, pallido, mosso all’indietro dal peso della lunga treccia, si presume nera, come portavano le contadine, e non solo, dell’Italia rurale di allora. Si alternano endecasillabi e novenari; il punto e virgola separa i tre versi dedicati al campo, rispetto ai tre dedicati alla donna: il titolo infatti è al plurale. Dominano i colori, perlopiù impliciti: il giallo del frumento, il rosso dei papaveri, il viola della veccia, il bianco del viso, il nero della treccia. Sintassi semplice; Govoni parte da un’affermazione, consolidata dalla subordinata causale, sia nel primo terzetto sia nel secondo: una sorta di parallelismo, con due soli enjambement deboli: verbo/soggetto (2° e 3° verso), verbo passivo e complemento di causa efficiente (5° e 6° verso).