Mentre scrivo, il 26 maggio, è il compleanno di una persona cara che ci ha preceduto nell’altrove, troppo presto e senza avvisare. Recupero un pensiero di cinque anni fa, a dolore ancora caldo, quando non riuscivo a mettere il suo nome nel passato. In questi anni ne ho avuto la conferma: se si è amato, tutto resta presente.

Oggi è il suo compleanno.Ogni tanto arriva. Ogni tanto sgomita fuori dalla calca dei pensieri il bisogno di ricordarti – non tanto nella tua identità complessiva, quanto nel tuo essere corpo.

Cerco nella mia mente il suono della tua risata, delineo nella tela delle palpebre i lineamenti del tuo viso… Devo ritrovarti nella memoria dei miei cinque sensi.Non mi interessa ricordare le nostre conversazioni, ciò che hai fatto, le tue idee.

Sono altre le cose che ho paura di dimenticare: il ritmo della tua andatura, l’intensità del tuo abbraccio, la lunghezza del tuo “no” usato come intercalare.Già le sto dimenticando.

E mi sento colpevole, rimpiango di non aver fatto quell’ultimo viaggio, quello in cui avrei potuto rivederti per l’ultima volta. L’ultima festa.Ora è più di un anno che non ci vediamo.

“Vediamo”? Suona male: che tempo dovrei usare? Non lo so. Questo presente mi spinge al futuro, ma è nel passato che ti cerco, invano.Dove sei?

Sorgente: Resti presente | Le foci dell’Eufrate