Antonella Viola: L’Italia riapre. E, questa volta, lo fa definitivamente, senza nessuna intenzione di richiudere

L’Italia riapre. E, questa volta, lo fa definitivamente, senza nessuna intenzione di richiudere. Già all’inizio della scorsa estate eravamo stati travolti dal desiderio di riaperture e di ottimismo. Venivamo fuori da un durissimo lockdown, che aveva abbattuto la circolazione del virus, e andavamo incontro alla stagione estiva, che ha agito sulla trasmissibilità del SARS-CoV-2 come fa su molti altri virus respiratori, limitandola fortemente. Il drastico calo dei contagi di allora venne da alcuni erroneamente interpretato come un indebolimento del virus, facendo passare il messaggio che il peggio fosse alle spalle. Ma, naturalmente, non era così e ce lo ricorderanno per sempre gli 88.000 morti della seconda ondata, da ottobre ad oggi.

Oggi però la situazione è completamente diversa e l’ottimismo che il Governo mostra con le riaperture programmate è basato su fatti e non su sensazioni.

La differenza tra la scorsa estate e la prossima sta tutta nei vaccini. La campagna di vaccinazione procede spedita e andrà sempre meglio, ora che le dosi arriveranno abbondanti e regolari. Le persone più fragili sono state vaccinate, almeno tutte con una dose, e questo ci permette di vedere finalmente scendere il numero di decessi giornalieri, così come dei letti occupati negli ospedali. Ma, soprattutto, sappiamo che quando arriverà di nuovo l’autunno non ci troveremo ancora una volta disarmati di fronte al virus: per ottobre avremo vaccinato e protetto tutta la popolazione adulta e forse avremo anche iniziato a vaccinare gli adolescenti. Nonostante oggi sappiamo che il virus non si sta indebolendo, ma che anzi ha aumentato, con la variante inglese, la sua trasmissibilità, possiamo affrontare il futuro con grande serenità, perché non siamo più fragili come eravamo prima dei vaccini.

E’ vero che il virus potrebbe cambiare e che dovremo continuare a tracciare e sequenziare. Per questa ragione, oltre che per un senso di giustizia, bisognerà mostrare maggiore generosità e lungimiranza, e permettere anche ai paesi più poveri di avere accesso ai vaccini. Ma anche se dovessero comparire nuove mutazioni, a livello di popolazione avremo comunque una certa immunità che ci consentirà di affrontare le varianti con maggiore controllo. E non dimentichiamo che i vaccini a mRNA sono facilmente modificabili e, qualora fosse necessario, potremmo riprogrammare il nostro sistema immunitario, proprio come se installassimo un aggiornamento di sistema sul nostro telefono cellulare.

Se dovessi scegliere una parola per raccontare i 15 mesi passati, non sceglierei qualcosa di negativo come “paura o crisi”; sceglierei la parola “fiducia”. I cittadini italiani si sono fidati del Governo e degli scienziati, attenendosi a regole che avrebbero sfiancato chiunque. Il Governo stesso si è messo in mano alla Scienza, prendendo decisioni impopolari sulla base delle indicazioni degli esperti. E, infine, tutti noi ci siamo fidati delle agenzie regolatorie dei farmaci, mettendoci in fila per ottenere al più presto la vaccinazione. Oggi, con le nuove misure messe in campo, il Governo mostra di avere fiducia nel buon senso degli italiani e in un futuro in cui potremo dimenticare restrizioni, mascherine e distanziamento. Oggi, l’Italia riparte. E, se rifiuto la retorica che ci vorrebbe vedere più forti dopo la tragedia vissuta, credo però che siamo più consapevoli delle nostre fragilità e forse questo ci renderà più saggi e meno egoisti. Ho fiducia che sarà così.

(Editoriale pubblicato oggi su La Stampa)

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