Dire che la pandemia da Coronavirus abbia stravolto le nostre vite è sicuramente scontato, affermare che molti abbiano tenuto un diario durante questo duro periodo, è superfluo, perché Franco ha fatto di più. 

Il suo non è un diario, sono “tacche”, quelle del gergo militare, ogni giorno se ne aggiunge una, inoltre le sue sono  “dal ghetto”, termine che incute paura e terrore, proprio come questo maledetto virus. 

Il libro racchiude Franco Galliani nella sua interezza: ironico, ma serio, attento alle superficialità con profondità, chiacchierone senza sosta, adattatore di termini dialettali alessandrini quando meno te l’aspetti, emozionante anche parlando di supermercati, schierato politicamente, ma mai scorretto.

Le tacche si leggono tutte d’un fiato e sono perfette, proprio perché hanno imperfezioni: vengono dall’emozione del momento, dalla testa, ma anche dal cuore.

E la scelta di lasciare il testo come si trovava su fb è stata faticosa, ma necessaria, per non rovinare la sua spontaneità 

E poi, complimenti per la costanza, l’impegno, l’irresistibile eclitticismo che anche qui lo caratterizza. 

Leggete  “le tacche dal ghetto”, rileggetele tra qualche tempo, perché senza memoria non ci può essere futuro.