OGNI UOMO E’ STATO UN BAMBINO

Bambini che pensano, negli occhi
hanno l’inverno, il lungo inverno. Soli
s’appoggiano ai ginocchi per vedere
dentro lo sguardo illuminarsi il sole.
Di là da sé, nel cielo, le bambine
ai fili luminosi della pioggia
si toccano i capelli, vanno sole
ridendo con le labbra screpolate.

ALFONSO GATTO Il vaporetto 1945

Ottava di endecasillabi piani; rima soli/sole/sole. Divisa in due metà esatte, due per i ragazzini e due per le ragazzine. Domina il paesaggio. Inverno, sole, cielo, pioggia.
Immagini deliziose, lievi, aeree, morbide, dolci, che volano sopra il nostro viso: hanno l’inverno negli occhi; s’appoggiano ai ginocchi; ai fili luminosi della pioggia si toccano i capelli, vanno sole, ridendo con le labbra screpolate. Un’infanzia che i nostri bambini non vivono più. La cara amica ed ex allieva Gloria Quartero scrisse: ginocchia sbucciate e labbra screpolate sarebbero auspicabili per i bambini di oggi.