PIOVE.

Piove. E’ uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.

Piove.
da un cielo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.

Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c’è terremoto
né guerra.

Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia nazionale.

Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.

Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l’assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l’ha ordinato.

Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull’uomo indiato, sul cielo
ominizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui work in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.

Piove ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.

EUGENIO MONTALE ‘Satura II’ 1970

Questa poesia, tipica del libro che la contiene, è una satira nella forma della parodia, bersaglio la dannunziana “Pioggia nel pineto”, che Montale stravolge usando una prosa versificata. La struttura portante è l’elenco, perfino ossessivo, nella sua forma anaforica, con la parola chiave ‘piove’ iterata 19 volte. La polemica colpisce l’Italia televisiva del 1969: Montale anziano mugugna (brontola). E sottintende l’opinione di Leopardi dell’impossibilità della poesia nella società di massa, nella quale tutti sono omologati verso il peggio.


Parafrasi; stillicidio: caduta di gocce; sciopero generale: Montale non lo apprezza; la tua tomba: quella della moglie, in Toscana; esattoriale: delle tasse; greppia: mangiatoia, lo sperpero ai danni della collettività; via Solferino: la sede del Corriere della Sera; Ermione: allude alla poesia di D’Annunzio; Arcetri: sede dell’osservatorio astronomico; epistèmi: certezze; primate: la scimmia; indiato: fatto dio (dantismo); teologi in tuta: i preti operai; paludati: contestazione 68ina; works in regress: capovolgimento; dove appari: la moglie.


Otto strofe polimetriche, di lunghezza variabile, dai 4 ai 13 versi, brevi o brevissimi, mai oltre la misura del novenario; frequenti rime e assonanze, anche interne.
La pioggia non è soltanto un fenomeno meteorologico, diventa la metafora, o l’allegoria, del livellamento operato dalla società di massa, il diluvio, l’alluvione che rendono tutto eguale, privo di valore e di differenza.