Paperon De’ Paperoni

Paperon De' Paperoni
nome

Paperon De’ Paperoni, o Zio Paperone (in inglese Uncle Scrooge)

città

Paperopoli

prima apparizione nei fumetti

Nella storia “Christmas on Bear Mountain” (“Il Natale di Paperino sul Monte Orso”) di Carl Barks pubblicata sulla rivista Four Color n. 178 nel dicembre 1947

segni particolari

Taccagno (o “risparmiatore”, come più volte si è autodefinito). Tuttavia, tale tirchieria è di tanto in tanto “interrotta” da nobili gesti generosi tanto rari quanto indimenticabili, realizzati in silenzio o, al massimo, con la complicità di qualche parente È il più duro dei duri, il più furbo dei furbi e ha sempre fatto quadrare i conti! Dopo aver guadagnato il suo primo soldino come lustrascarpe in Scozia, è partito per il mondo in cerca di fortuna, con l’intento di riscattare il proprio clan, caduto in disgrazia. Gli inizi non sono stati facili, ha provato e riprovato più strade, spesso fallendo, ma non si è mai perso d’animo. Ha fatto fortuna nel Klondike, ha avviato un impero economico e ha messo il frutto del suo duro e onesto lavoro in un enorme deposito sulla cima della collina che domina Paperopoli, per ricordare a tutti che se ti rimbocchi le maniche prima o poi in alto ci arrivi. Un grande, insomma. E come tutti i grandi, è pieno di nemici e detrattori, pronti a derubarlo (i Bassotti e Amelia), oppure a sminuirne i meriti (Cuordipietra e Rockerduck), dimostrando di non aver capito la sua lezione, e anzi, preferendo opporre alla sua filosofia dell’onesto lavoro, quella delle furbate e delle scorciatoie. Ma Paperone è sempre un passo avanti a loro, perché dietro ogni sua mossa non c’è soltanto fatica, ma passione e amore. Ogni moneta guadagnata per lui ha infatti un valore affettivo notevole, perché rappresenta il ricordo di un’avventura. Dietro la scorza dello spietato affarista, si nasconde una persona tremendamente emotiva, capace di piangere e disperarsi al pensiero di perdere un cent e di esaltarsi come un bambino al luna park al momento di partire per un’avventura.

Questo carattere tridimensionale e multisfaccettato, che tanto lo fa assomigliare a una persona in carne e ossa, è il risultato del lavoro di alcuni dei più bravi fumettisti disneyani: Carl Barks l’ha inventato ispirandosi allo Scrooge di Dickens, evolvendone poi la figura e costruendo intorno a lui un mondo complesso e credibile, Don Rosa gli ha costruito una bellissima biografia, Romano Scarpa ha sottolineato la sua dimensione affettiva, Guido Martina ci ha mostrato le sue magagne, Rodolfo Cimino l’ha spedito in giro per il mondo alla ricerca di tesori incredibili. Ne è uscito un papero più umano che mai. Una figura leggendaria che ha saputo ritagliarsi uno spazio anche nella storia dell’animazione Disney, apparendo tanto sul piccolo schermo (la serie televisiva Duck Tales) che sul grande, fino ad aggiudicarsi un lungometraggio tutto per lui. Oggi la sua personalità magnetica continua a ispirare fior fior di autori come Francesco Artibani che in Zio Paperone e l’ultima avventura ci ha mostrato un Paperone sconfitto dai suoi nemici, che riesce miracolosamente a rimettersi in piedi, avvalendosi dell’aiuto del suo tesoro più prezioso: la famiglia!

Prima apparizione sullo schermo: nel mediometraggio “Scrooge McDuck” and money del 1967.(web)