Vado vagando, di Vittorio Zingone
Vado vagando
Vado vagando
Senza una ragione
Di strada in strada
Dell’arcana terra;
Pace non trovo,
Non trovo ancor ristoro
Se non m’è sodale
La dolce creatura
Che m’ha rapito
Senza scampo il cuore.
Corro di fonte in fonte
A dissetarmi,
Ma per me
Le consuete fonti
Non stillan acqua,
Non offrono ristoro.
Vado chiedendo
Sconsolato intorno
Se vide alcun
La dolce creatura
Che rese cari i giorni;
Ma nessun sa rallegrar
L’anima mia
Con notizie certe
Sulla donna
Che da gran tempo
Bramo rivedere.
Felicità,
Forse dimori
Solo in seno ai sogni
Che il cuor si finge
Per vivere altri giorni,
Per conseguire ancora
Un’altra Aurora,
Per altri tratti di strada
Ancor percorrere,
Soffrire altro dolore.
Perché ogni altra donna
non m’incanta,
Nòn mi rapiscon
Le dolci primavere,
Perché le stelle in ciel
Più non m’intrigano
Da quando
Quel mattino di settembre
Vidi lei e subito
La parte mi parve di me
Che fino allor mancava
Perché io fossi grato
D’esser nato
Su questo arcan pianeta
Intelligente?
Perché mi si confusero
I pensieri,
Mi si prosciugarono
Le mille e mille intese
Con le altre infinite creature
E s’accampo’ sol lei
Su ogni strada
Che pur percorrevo?
Dolce presenza
Mi parve aver dinanzi
DA quel settembre
E viver più non seppi
Per nessun’altra cosa
contingente
Per cui avevo vissuto
Fino allora;
Neppure Dio
Mi soddisfece L’anima
Se non fosse che per lei
Lo supplicassi.