Di premi e picnic

Ve l’avevo detto che non avrei vinto il Premio Osilo. L’hanno dato a Emma Fenu, che ha partecipato col libro “Le spose della notte”. Dice la presentazione su Amazon: fra faide, amore, odio, morte, misteriose apparizioni, magia bianca e nera, si snoda un’intensa storia di donne forti come pietre nuragiche e potenti come dee, mosse da sentimenti ancestrali. È proprio il tipo di libro che io non scriverò mai perché non so nulla di magia bianca e nera, odio le donne sarde forti come pietre nuragiche e potenti come dee, e detesto l’aggettivo “ancestrale” che viene invariabilmente abbinato alla Sardegna, ai suoi abitanti o alla sua cultura. Con questo non voglio dire che il suo romanzo non sia migliore del mio, anzi, lo sarà sicuramente: quello che voglio dire è che non sono portata per vincere premi.

Mi consolo postando la copertina di questo volume uscito qualche giorno fa per l’editrice Betti, curato dall’impareggiabile Silvia Ceriegi e che promette di essere molto carino (io non ho ancora la mia copia). Sono 70 racconti su 70 luoghi in Italia dove fare un picnic. Il mio è al lago Scaffaiolo, una deliziosa pozzanghera in mezzo all’Appennino, tra la Croce Arcana e il Corno alle Scale, ci vuole un po’ ad arrivarci, ma ne vale la pena.

Per la giuria del Premio Osilo ho un picnic alternativo in un campo di ortica.