Esbat della Luna di Miele
di Sideral Garden

La Luna Piena di giugno viene chiamata Luna di Miele, perché in antichità, presso diverse civiltà, era usanza fare dono di grandi quantità di idromele alle coppie di novelli sposi. Questa antica bevanda, dai poteri rinvigorenti, si ottiene appunto dalla fermentazione del miele e veniva regalata come buon auspicio per una ricca discendenza.

Il nome di questo Plenilunio: Luna Piena in Capricorno

La Luna Piena di giugno avrà luogo questa sera, 24 giugno, alle 20.40 a 3°27′ del segno del Capricorno.
Chi ha l’Ascendente, il Sole, o altri pianeti attorno ai 3° dei segni cardinali (Ariete, Cancro, Bilancia e Capricorno) ne sarà maggiormente influenzato. Quindi grosso modo chi è nato nella prima decade di Ariete (20 – 31 marzo), Cancro (20 – 30 giugno), Bilancia (20 – 30 settembre) e Capricorno (20 – 31 dicembre). Chi invece potrebbe trarre vantaggio dal transito attuale saranno le prime decadi di: Toro (20 – 30 aprile), Vergine (20 – 31 agosto), Scorpione (20 – 31 ottobre) e Pesci (20 – 29 febbraio).

L’interpretazione astrologica di questo Plenilunio

Il Plenilunio gode dell’influsso positivo di Giove in Pesci, che ci restituisce un po’ di sollievo dopo l’intensa stagione delle Eclissi. Nettuno è in trigono a Venere e in sestile a Plutone, due transiti che ci permettono di sognare un po’. Mercurio è tornato diretto e il suo trigono a Saturno in 2^ casa sembra ricordare le rassicuranti stime delle banche centrali, ma la quadratura Marte-Urano e l’opposizione Marte-Saturno ci ricordano che è ancora troppo presto per cantar vittoria.

Da quest’anno non propongo più un rituale di Luna Piena, ma una piccola pratica:

  • il Plenilunio avviene nel periodo subito successivo al Solstizio d’Estate, essendo questo un momento ricco di tradizioni, si potrebbe onorare gli elementi terra e acqua con un rituale come quello della “Guazza di San Giovanni”
  • vi lascio i versi del poeta Arthur Rimbaud proprio su questo magico momento dell’anno:

«Le sere blu d’estate andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l’erba fine:
sentirò, trasognato, quella frescura ai piedi,
e lascerò che il vento bagni il mio capo nudo.

Io non dirò parole, non penserò più nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nel petto,
e lontano, lontano, andrò come uno zigano,
nella natura – lieto come con una donna.»