Benessere Quantico

Pubblicato da Alessia Sartorati

Il 

MEDITAZIONE E FISICA QUANTISTICA

https://erbedelbenessere.com/2021/06/18/benessere-quantico/

La scienza non è in antitesi alla via meditativa, ma al contrario diviene uno strumento indispensabile al fine di aumentare la consapevolezza. (Docente di psicologia quantistica, Dottoressa Di Muro)

Buongiorno Carissimi, ci siamo svegliati con gli aromi del balcone, procediamo con un’altra tappa, pian piano la meditazione si scrolla di dosso il termine “esoterismo” ed entra, ormai è da molto in realtà, nell’ambito scientifico.

Pensieri ripetitivi, rimuginazioni su accadimenti non digeriti, sofferenze accumulate durante periodi di vita stressanti, creerebbero all’interno del nostro essere sedimenti di energia tossica che andrebbe a distorcere il nostro campo elettromagnetico personale (indispensabile per il mantenimento sano delle reazioni biochimiche presenti nell’organismo), veicolando all’ambiente il tipo di informazione di cui siamo portatori.

Il pensiero influenza la realtà: fisica quantistica applicata alla mente

Secondo la fisica quantistica tutti noi siamo parte di una realtà che creiamo man mano che la osserviamo. Per questo possiamo modificarla. Paolo Scarpari, fisico quantistico (studioso dei processi di determinazione e di sviluppo della realtà, il cui sistema di pensiero apre notevoli spazi alle possibilità umane di operare un cambiamento attraverso un cambio di paradigma), ci spiega come.

Già il filosofo Immanuel Kant sosteneva essere la mente a modellare la realtà attraverso le forme tramite cui la percepisce, c’è quindi da domandarsi, perché continuiamo a considerare il reale come qualcosa di estraneo a noi e, ancora, potremmo avere un ruolo nel produrlo?

In questa direzione va la fisica quantistica fornisce maggiori possibilità di comprensione dell’esistenza.

Una frase del Professor Hawking: «Per secoli questi interrogativi sono stati di pertinenza della filosofia, ma la filosofia è morta, (…) così sono stati gli scienziati a raccogliere la fiaccola della conoscenza»

Quello che spesso viene frainteso è questo: ti dico che puoi creare la realtà che ti sta intorno, ciò che vuoi avere, tramite il pensiero. Solitamente la risposta più immediata, scontata ed onestamente fastidiosamente stupida è…ok voglio essere ricco, non avete idea di quante volte io l’abbia sentita.

Esempio semplice, per i piccoli desideri la mente è allenata, per i grandi si blocca. Per fattori collegati alla psiche, insicurezze, paure, ecc.

Se davanti a voi trovate dei gradini, semplici gradini, normalissimi gradini standard, li salite per raggiungere uno scopo (che può essere andare al cinema), li salite ed accedete alla sala, ma se quegli scalini fossero alti il doppio di voi, dipenderebbe tutto dal reale desiderio di scalarli per raggiungere lo scopo, ed è ciò che vi farebbe trovare la soluzione per salirli!

Perché desiderare qualcosa non è attendere che vi arrivi così a caso, siete per caso meglio di altri dato che a voi dovrebbe arrivare ma ad altri no? Quello che scatta nel cervello è la messa in atto di un’azione o più azioni che portino al dato obiettivo.

Quante persone con problemi motori, giocano a basket o fanno parapendio o ritornano a camminare nonostante sia stato detto loro che non ci sarebbero riuscite?

Questo è CREARE LA VOSTRA REALTA’, mettervi nelle condizioni mentali e concrete di fare qualcosa esaminando ciò che avete e tramutando ciò che avete nel primo step di possibilità di realizzo di ciò che volete.

Nel 1909 furono eseguiti i primi esperimenti sul comportamento dei fotoni svolti in un laboratorio di fisica da Geoffrey Ingram Taylor. Proiettate contro una barriera con due fori, le particelle, invece di transitare per i due fori una alla volta li attraversarono simultaneamente, cosa che non rispondeva alle attese della fisica tradizionale: si comportarono cioè come se sapessero ciò che sapeva solo lo scienziato che conduceva l’esperimento. La conclusione fu che l’osservatore aveva influenzato la particella attraverso il semplice fatto di essere presente all’esperimento.

Esperimento rifatto molteplici volte da diversi fisici, di fatti fu ripetuto nel 1998 presso il Weizmann Institute di Israele con apparecchiature più sofisticate e sensibili, confermò il risultato dimostrando inoltre che più le particelle venivano osservate, più erano influenzate dall’osservatore.

DOMANDA DEL SECOLO! Cosa impedisce una completa accettazione di teorie che sono già state valorizzate ampiamente dalla comunità scientifica?

Sono teorie destabilizzanti, abituati come siamo a pensare a una realtà esterna e indipendente da noi. Nonostante questo pensiero affondi le radici nelle antichissime culture orientali, che consideravano la realtà come Maya (in sanscrito “illusione”), sono passati solo cento anni da quelle prime scoperte e, probabilmente, serviranno alcune generazioni affinché questo cambio di paradigma entri nella coscienza collettiva.

La psicologia quantistica spiega che, per esempio, se in un determinato arco esistenziale stiamo vivendo nella preoccupazione tenace per qualcosa o qualcuno, questo dialogo interiore drenerà energia mentale  e nervosa per essere continuamente attivo, sfibrando tutte le nostre risorse che andrebbero investite in altro.

Questa perdita di energia costante, se lasciata a se stessa, innesca tutta una serie di attriti con la realtà impedendoci di viverla al meglio e non consentendoci di creare situazioni vantaggiose. Ogni processo di cambiamento, invece, passa attraverso l’attenzione, ovvero l’osservazione pura e semplice di ciò che accade dentro e fuori di noi, che ci permette di far leva sulla realtà, modificandola a nostro piacimento.

Oggi, anche la fisica quantistica afferma che la realtà è un’illusione. Le implicazioni di quanto detto sono notevoli: siamo parte di una realtà che creiamo man mano che la osserviamo. A partire dal lavoro del neurochirurgo Karl Pribran, si è studiata l’attività del cervello in termini olografici, ovvero l’ipotesi che il nostro cervello processi la realtà come se fosse un ologramma: come la luce laser attiva una memoria statica che prende forma, così noi, che siamo un insieme di cellule che emette energiaosservando e pensando attiviamo l’ologramma del reale, ovvero le memorie presenti non solo nel nostro campo morfogenetico personale, bensì anche quelle registrate nel più ampio campo elettromagnetico di cui siamo parte.

…il viaggio continua…grazie a tutti per la lettura!