Luoghi, personaggi, fatti e leggende

Di Luciana Benotto

I passati fasti della reggia di Colorno

Colorno, che oggi è il maggiore centro agricolo-industriale della pianura parmense, era considerato la “Versailles dei duchi di Parma”, che qui avevano la loro residenza estiva arricchita da uno splendido giardino.

Originariamente il sontuoso palazzo ducale era sorto come rocca  nel 1337 per volere di Azzo da Correggio, allo scopo di difendere l’oltrepò. Dopo appartenne ai Terzi e nel 1458 passò ai Sanseverino. Un secolo dopo la colta e amabile marchesa Barbara lo trasformò in una dimora signorile sede di una magnifica e raffinata corte, che divenne ritrovo di principi ed artisti. Ella cominciò a raccogliere le opere di Giulio Romano, di Correggio, Tiziano, Mantegna e Raffaello. Ma questo splendido periodo in cui l’arte, la cultura e la bellezza la facevano da padrone, finì a causa di una ben congeniata congiura ordita dai Farnese, tanto che Barbara e il marito vennero decapitati e i loro beni incamerati dai nuovi proprietari. Tra il 1663 e il ’71 Ranuccio II trasformò il castello in un palazzo barocco grazie al famoso architetto Ferdinando Bibiena. Ai Farnese successero poi i Borbone, che nel Teatro di Corte ospitarono compagnie francesi ed italiane, tra cui quella del grande commediografo Carlo Goldoni. Dopo il Congresso di Vienna la reggia finì alla seconda moglie di Napoleone: Maria Luigia d’Asburgo e poi di nuovo ai Borbone. Oggi è patrimonio della Provincia di Parma che, dopo vari interventi di restauro, ha restituito la residenza ducale ai vecchi fasti. La visita riguarda il piano nobile. Dopo aver attraversato il cortile si sale per lo scalone d’onore che porta all’Appartamento del Duca, alla fine del quale sta la Sala Grande, rivolta verso il parco cui si accede tramite uno scalinata. È questo l’ambiente più ricco e meglio conservato del complesso, abbellito da stucchi rococò e neoclassici, da un bel camino marmoreo e da dipinti francesi. Davvero gradevole la visita al parco, ricavato da terreni di caccia nel XV secolo; oggi si può ancora godere del bel parterre, dei giochi d’acqua e dei berceaux laterali. L’Aranciaia, creata nel Settecento per ricoverare le piante d’agrumi d’inverno, è al presente usata per mostre temporanee ed inoltre ospita il Museo dell’Ingegno popolare (tel. 0521 815465) una raccolta etnografica di strumenti agricoli ed artigianali. Nella reggia è attualmente è in corso la mostra: “Le Porcellane dei Duchi e le Porcellane dei Duchi di Parma. Capolavori delle grandi manifatture del ‘700 europeo”.

Rimane da vedere la Chiesa di San Liborio, posta dietro il palazzo. Si tratta di un edificio settecentesco in cui l’elemento di maggior pregio è costituito dall’arredo ligneo del coro, un gioiello d’ebanisteria, dal pulpito e dal complesso della sacrestia.

Ma Colorno, oltre alla sua meravigliosa reggia, offre prelibatezze per il palato: culatelli, ficchetti, ciccioli, spallecotte, salami, coppe, l’immancabile Parmigiano Reggiano e naturalmente il Lambrusco, un vino rosso generoso e corposo che ben accompagna queste golosità.

Orari della reggia dal 15 maggio al 19 settembre 2021 (visite guidate) :

da martedì a venerdì: 10.00 – 11.30 – 15.00 – 16.30

sabato: 10.00 – 11.00 – 15.00 – 16.00 – 17.00

domenica: 10.00 – 11.00 – 12.00 – 15.00 – 16.00 – 17.00 – 18.00

Biglietto intero: € 10.00 – Biglietto ridotto: € 9.00