– Il Fatto Quotidiano

La variante Delta, dilagante in Gran Bretagna e sempre più presente in Italia, preoccupa in misura differente gli scienziati.

C’è chi fa notare che l’impennata dei contagi inglesi non corrisponde a un picco di ricoveri e ospedalizzazioni e chi che da Israele lo studio che ipotizza un calo fino al 30% dell’efficacia del vaccino Pfizer-Biontech non prometta niente di buono per il futuro.

Per il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) e direttore di Medicina sperimentale di precisione del Bambino Gesù di Roma, non c’è rischio di una quarta ondata: “Alla luce della diffusione delle vaccinazioni (quasi il 55% della popolazione ha ricevuto almeno una dose; il 30% ha concluso il ciclo) assolutamente no.

C’è il rischio di una ripresa dei contagi: come evitarla? Con attenzione, prudenza e responsabilità nei comportamenti. Non facendo pressioni per riaprire tutto subito, ma procedendo con gradualità” spiega lo scienziato in un’intervista che Famiglia Cristian. “Il virus è sempre lo stesso – spiega – semmai le due varianti che hanno ora maggior diffusione nel Paese – Alfa e Delta, anche conosciute come inglese e indiana – rispetto al ceppo proveniente da Wuhan hanno maggior contagiosità.

Non facciamo l’errore di pensare a un virus che, per quanto abbia mutato caratteristiche, sia connotato da minor potere di provocare malattia grave. Ciò che è cambiato è lo stato di immunizzazione del Paese, con 51 milioni di dosi somministrate. Questo rende ragione di una maggior protezione dall’infezione”.

Sorgente: Covid, rischio di quarta ondata? Locatelli (Cts): “Assolutamente no”. Ma Crisanti: “Stiamo creando terreno per nuova variante” – Il Fatto Quotidiano