Carissimi, vi saluto con un accenno d’arte.
Max Klinger “Bagnante” 1896-1897, Scultura in bronzo. Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro, Venezia.
Giorgio de Chirico scrisse dell’artista:
«Quando si guarda l’opera di Max Klinger, specie nelle sue acqueforti si è subito colpiti dal modo bizzarro e fantastico con cui egli rappresenta il mito greco. Quello spirito che contengono le numerose composizioni che egli ha inciso sorprende per il fatto che prima d’averlo veduto non se ne sospettava l’esistenza nell’opera dell’arte greca, mentre dopo se ne trova in questa l’origine. Ciò dimostra la genialità dell’opera klingeriana che, per quanto altamente fantastica o ricca d’immagini le quali, a prima fronte, ed a persone poco scaltrite nelle sottigliezze metafisiche, possono sembrare paradossali ed insensate, si basa invece sempre sul fondamento d’una chiara realtà, potentemente sentita, e non erra mai in delirii e vaneggiamenti oscuri. […] Simile a tutti i pittori dotati di mente profonda e chiaroveggente, Klinger nella sua pittura non altro ha cercato che esprimere con la maggior chiarezza, solidità e perfezione le visioni, i sentimenti e i pensieri che lo turbavano. Pertanto egli non ha mai subito influenze dall’impressionismo francese. Ha tratto invece proficui insegnamenti dalle pitture pompeiane e dalle opere dei nostri quattrocentisti. […] La scultura di Klinger è assolutamente classica. Egli tentò in molte statue policrome […] di ritrovare l’emozione della statua-gioiello, quale deve essere stata in Grecia nelle epoche auree. Si pensi al Giove crisoelefantino, a Pallade dagli occhi di diamante». (Giorgio de Chirico, Max Klinger, in “Il Convegno”, 1920).
Fonte rivista d’arte Art e Dossier.
https://www.librarte.eu/post/bagnante-di-max-klinger