16 luglio, il narratore Giorgio Olmoti con “Gli incollocabili e il sogno di uguaglianza” e la cantante Costanza Diotima Bellugi  in “Voci di lotte e speranza”. Ecco il quarto appuntamento di “E a un certo punto il rosso cambiò colore”.

Venerdì 16 luglio, ore 21, presso la Galleria d’Arte Contemporanea della Fondazione Luigi Longo (Cargo21 via Baudolino Giraudi 421 – Castellazzo Bormida), andrà in scena il quarto incontro della rassegna E a un certo punto il rosso cambiò colore, voluta, ideata e organizzata dalla stessa Fondazione per la direzione artistica di Paolo E. Archetti Maestri e Eugenio Merico. In scena Giorgio Olmoti con il racconto – che è poi un grappolo di racconti – Gli incollocabili e il sogno d’uguaglianza, un viaggio nelle periferie, quelle della nostra storia, quelle della nostra società, abitate da esseri umani incollocabili così distanti dalla promessa di uguaglianza della nostra (in)civiltà, ma così vicini al nostro sentire e al sogno di un mondo migliore.  Questi racconti, rapiti alla nostra comune memoria e a un desiderio di futuro, ci porteranno a riflettere, ma anche a sorridere (nel modo di raccontare di Giorgio c’è sempre tanta ironia e non solo amara!), tante minime storie giganti che saranno impastate ad alcune canzoni degli Yo Yo Mundi, espressamente scelte da Giorgio e interpretate per sola voce e chitarra da Paolo E. Archetti Maestri. Giorgio Olmoti, storico dei linguaggi mediali e storyteller, si occupa professionalmente del rapporto tra media e storia attraverso un’intensa attività con i principali editori italiani e con strutture didattiche e museali. In parallelo a questa attività, propone da oltre vent’anni le sue storie al pubblico, avvalendosi  di un repertorio vastissimo, che passa dalle storie originali scritte e portate in scena alla narrazione di opere pittoriche e fotografiche e al racconto di periodi storici attraverso l’utilizzo di parole, musica e immagini. Autore di saggi sul rapporto tra storia e media, scrive per la stampa periodica di musica e fotografia e ha una copiosa produzione radiofonica e multimediale prevalentemente destinata alla didattica. Vive tra Torino e una casa nei boschi friulani e si muove prevalentemente su una vecchia Guzzi. Il suo ultimo libro, appena uscito, parla di cani (“Che razza di cane”, edizioni Round Midnight, 2021), ma è la solita scusa per parlare di umanità. Seguirà lo spettacolo “Voci di lotte e speranza”  con la cantante Costanza Diotima Bellugi accompagnata da Simone Lombardo – flauti, cornamusa, ghironda – e Paolo Enrico Archetti Maestri – chitarra, voce -. in “Voci di lotte e speranza”. Uno spettacolo, intenso e profondo (ma, non temente, non mancheranno i momenti divertenti!), incentrato su di una precisa scelta di canzoni che raccontano molto non solo delle condizioni di vita del popolo nelle terre toscane, a partire da fine Ottocento al secondo dopoguerra, ma anche di quanto certe antiche formule musicali siano state in grado di elaborare fatti storici e di evolversi attraverso il tempo, senza mai perdere l’efficacia delle loro funzioni e destinazioni d’uso: queste musiche hanno attraversato guerre, miserie, migrazioni e fame. Certi canti, come Maremma Amara, o Battan l’Otto, sono veri e propri “canti di maledizione”: amare riflessioni sulle condizioni disumane di lavoro e di vita della povera gente, con tutti gli accidenti del caso. Altri sono canti di protesta, o della Resistenza, come Dai Monti di Sarzana. Canzoni quali La povera Cecilia hanno una storia troppo lunga e diramata per spiegarla in questa sede, basti dire che quasi ogni regione d’Italia ha la propria Cecilia, ognuna con le proprie variazioni narrative e melodiche (per la storia di questo brano si guardi: L. Del Giudice, Cecilia. Testi e contesti di un canto narrativo tradizionale, Grafo, Brescia, 1995). Anche la figura di Sante Caserio meriterebbe un discorso a parte: numerosi sono i canti a lui dedicati, in diverse regioni italiane. L’interrogatorio che vi proponiamo è la versione toscana, raccolta nel ’62 da Caterina Bueno. Tutte queste musiche sono caratterizzate da formule melodiche e ritmiche ripetitive, che si ritrovano in diversi brani, sonorità specifiche che hanno abitato milioni di case, di campi, di officine e di galere in decenni e in secoli di vita. In fondo, ciò che raccontano e racchiudono questi canti, è l’espressione poetica dell’animo umano, nella sua forma più naturale e cruda. Costanza Diotima Bellugi inizia prestissimo a studiare violino, suonando durante tutta la giovinezza in diverse orchestre giovanili, a Firenze e dintorni. Trasferitasi in Piemonte nel 2006, consegue la laurea in canto jazz e popolar music presso il conservatorio di Alessandria “Antonio Vivaldi” (dove è ancora impegnata nello studio di didattica della musica, anche se di didattica si occupa ormai da anni). Prima di questa esperienza con Paolo e Simone ha fatto parte di diversi cori e formazioni vocali quali il coro Stefano Tempia, coro femminile Euridice, trio vocale The Blue Dolls. Ma già che ci siamo vi anticipiamo e segnaliamo anche i prossimi appuntamenti che chiuderanno il mese di luglio, venerdì 23 con Gli Yo Yo Mundi e Daniela Tusa nello spettacolo di storie e canzoni intitolato proprio come la rassegna: “E a un certo punto il rosso cambiò colore” e il venrsì successivo, il 30 luglio, con Alessio Lega – voce e chitarra – e Guido Baldoni – fisarmonica e piano – in “Cantacronache / Cantastorie / Cabaret”, uno straordinario viaggio nella canzone d’autore di protesta con i brani di Alessio (vincitore di ben due Targhe Tenco in carriera!) e una scelta di pezzi storici.  Ricordiamo che nell’ambito della rassegna – nata per commemorare il centenario della nascita del Partito Comunista Italiano – saranno sempre visibili le mostre di Tono Zancanaro (1906 – 1985) e 1921 – 2021 Cento anni in Piazzetta Rossa. Segnaliamo anche che, nell’ambito della rassegna, dai primi di settembre, nei suggestivi locali della chiesa di Santo Stefano, nel paese di Castellazzo, si inaugurerà la mostra grafica antologica di Ivano A Antonazzo. Inizio degli spettacoli ore 21.00, con ingresso libero fino a esaurimento posti (info ai numeri telefonici 33832853363457395242 oppure mail segreteria@fondazioneluigilongo.it). Gli eventi si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative Covid in fatto di sicurezza, sanificazione e distanziamento. Gli spettacoli e gli incontri si terranno quasi tutti al coperto e dunque si andrà in scena anche in caso di maltempo, segnaliamo. Vi aspettiamo numerosi. Si (ri)parte!