Scena terza

Una strada vecchia. Notte, con il cielo stellato.

Amalia, Dino, Oreste.

(Amalia cammina, con la macchina fotografica a tracolla)

voce di Dino:

(5)

a Poteva mai Amalia non rischiare?

b Quando mai al suo amico dà retta?

a Chissà cosa ti potrà capitare!

b Ho paura per te, amica diletta!

a Accidenti, ma che brutto affare!

b Pulsa come un cuore, la lancetta.

c Preparo il caffè e parto anch’io,

c Benché alle avventure sia restio!

Amalia: Che bel cielo stellato. (guarda l’orologio) Tra un po’ sono le sei. Coraggio, sei alla san Bernardo. (fa un bel respiro) Non hai paura. (riprende a camminare)

Dino: Amalia! Amalia! Aspettami!

Amalia: Ma questa è la voce di Dino!

(Dino la raggiunge, ansimante, asciugandosi la fronte)

Dino: Presente!

Amalia: Non ci posso credere! Ma sei davvero tu! Incredibile! Ma come hai fatto ad alzarti così presto? Non è che stai ancora dormendo?

Dino: Non mi sono alzato presto. Non ho dormito, che è diverso.

Amalia: Ma figurati!

Dino: Mi figuro sì. Vieni da me a raccontarmi una storia stramba, chissà con quale conclusione, e aspetti che io faccia sonni tranquilli?

Amalia: Io ho dormito.

Dino: Maledetta.

Amalia: Andiamo, allora? Il cielo è stellato, ma non c’è la luna.

Dino: Ho portato una torcia.

Amalia: Non serve, tranquillo.

Dino: A me sì. (l’accende)

(camminano, sorridendo)

Solo tu puoi farmi fare follie del genere.

Amalia: Ma questa non è una follia. Scoprire la verità delle cose, o quantomeno farci delle domande, è fondamentale per la nostra salute mentale.

Dino: Quindi questo che stiamo facendo è normale, secondo te?

Amalia: No, altrimenti sarebbe una follia.

Dino: Non riesco a seguirti. Spiegati meglio.

Amalia: Se lo faccio mi dici che sono diventata ripetitiva. La normalità è la follia pura.

Dino: Rieccoci col discorso della normalità che fa paura. Perché hai così paura della normalità?

Amalia: Perché troppa normalità ci rende automi, privi di coscienza. Quando vogliamo vivere soltanto dentro agli schemi normali, neghiamo l’esistenza della complessità delle cose, rifiutiamo le ipotesi che ci sembrano strane e, peggio ancora, pur di conservare un benessere artificiale, ma normale, facciamo finta che non ci siano problemi da risolvere.

Dino: Tu non sei normale. Prendilo come un complimento.

Amalia: Grazie! Tu vorresti essere normale, ma meno male che non lo sei.

Dino: Ci pensi tu ad impedirmelo!

Amalia: Guarda bene dove inizia la salita. C’è la nebbia, proprio come l’altra volta. Non so cosa pensare a riguardo. Non riesco a formulare delle ipotesi.

Dino: Se non ce la fai tu, figuriamoci io. Andiamo via. Non mi piace questa storia.

Amalia: Me lo hai già detto.

(Amalia avanza, si gira e fa un gesto con la testa. Dino approva, anche lui con un movimento della testa. Le cammina dietro)

Amalia: Io non ho paura. Mi sento calma. Mi sento calma…

(nebbia, con piccole luci che disegnano l’Orsa Maggiore. Si fermano tutti e due davanti ad essa)

Dino: Oh mamma, ci sono anche le strane lucine!

(punta la torcia verso la nebbia)

Quanto è densa questa nebbia!

(si sente la voce di Oreste, che chiama Amalia. Ogni volta che la chiama, la sua voce parte da un punto diverso)

Oreste: Amalia!

Amalia: Hai sentito, Dino?

Dino: No! Cosa?

Oreste: Amalia! ah ah ah ah! Amalia!

(Amalia sgrana gli occhi e rimane immobile, pietrificata)

Dino: Cos’hai? Che ti prende?

Oreste: Amalia! Amalia! ah ah ah!

Amalia: Non senti niente? Davvero non senti una voce che mi chiama?

Dino: Non sento un bel niente, a parte il mio cuore che batte all’impazzata.

(Amalia entra nella nebbia)

Oreste: Amalia! ah ah ah! Bravissima, Amalia!

Amalia: Arrivo.

Dino: Con chi parli? Torna qui!

Amalia: Tu rimani lì, capito?

Dino: Ti prego, non farlo!

Amalia: Stai lì e aspettami!

Dino: Accidenti a te!

(Amalia sparisce nella nebbia. Si spengono le lucine. Buio)

voce di Dino:

(6)

a Prossima volta porto una corda.

b Ti leggo e ti riporto a casa.

a Già!, per il tuo bene sarà! Ricorda!

b La tua gagliardia la mia mente sfasa!

a Esci da lì! Sei diventata sorda?

b Dimmi da quale idea sei tu suasa!

c Amalia, rispondimi, per favore!

c Non farmi morire di crepacuore!