lascia che

con tardiva tenerezza
nei passi dello sguardo veloce 
si imprima l’orma del
cieco viavai

-porte aperte uscite dal
 vento!-

mettere la “scoperta che siamo stati”
a disposizione di ciascuno 
di noi

-e mi accasciavo in te
nel giorno di sasso che tu eri per me-

priva di fantocci adesivi ho l’anima
e senza analgesia tra
“Anche oggi” e “Anche così”