Buongiorno!

Le mie favole!

“LE FAVOLE DI ROSA”

“La stellina filante”

C’era una volta,
nei tempi che furono, quando i bambini lavoravano per aiutare i loro genitori a sbarcare il lunario, un piccolo cucciolo di uomo di nome Tobia, era un bambino molto curioso e sveglio, e capiva tutti i sacrifici che faceva il suo amato nonno.
Con la sua famiglia viveva il nonno paterno Nicola, che era già molto vecchio, aveva i capelli e i baffi bianchi come il latte, ed era un pescatore..
Tutte le sere si metteva al timone della sua barca e andava, andava, andava lontano, fin dove il cielo toccava l’orizzonte.
Restava sul mare tutta la notte, calava le reti da pesca, e aspettava, aspettava, che i pesci entrassero nelle maglie e, se sentiva che era pesante da tirare su, si rallegrava perché pensava: “Ho pescato tanti pesci finalmente il cibo é assicurato per tutta la famiglia.”
Una notte di agosto, la notte di San Lorenzo, era in alto mare, sulla sua barca, e vedeva cadere tante stelle filanti. E come di consueto esprimeva un desiderio, i suoi pensieri erano tutti per la salute dei suoi famigliari.
Vide cadere una stella filante molto vicino, e subito dopo il mare si illuminò. Dal fondo del mare proveniva una luce intensa e nonno Nicola si preoccupò .Iniziò a tirare su le reti perché tutto quel chiarore non le dava sicurezza.
Tira, che ti tira, riuscì a tirare fuori tutta la rete, mentre tirava, sentiva dei gemiti, ma non capiva da dove provenissero e tra se, e se, si chiedeva cosa mai avesse pescato.
Arrivato alla fine della rete, si rese conto che il chiarore era oramai sulla barca, il mare era tornato buio come prima.
Dai gemiti che sentiva capì che nella sua rete c’era qualcosa di soprannaturale, guardingo si avvicinò e incominciò a scegliere i pesci, quelli troppo piccoli li ributtava in mare, e gli altri li metteva nelle ceste.
Tutto ad un tratto trovò una piccola stella e, oh, meraviglia! … luccicava e dava luce come in pieno giorno, e intanto gemeva, … ohi. ohi. ohi.
Il pescatore la prese nella sua mano e cominciò ad accarezzarla dolcemente, al che la stellina pian piano si calmò.
Nonno Nicola si chiedeva come mai una stella del mare brillasse così tanto e addirittura parlasse! non né aveva mai viste così.
Parlando a voce alta diceva: “Che diavoleria è mai questa?”.
La stellina finalmente parlò: “Non sono una stella marina, ma bensì una stella filante. Visto che mi hai pescato con le tue reti,
mi hai salvata, altrimenti sarei annegata, poiché noi stelle filanti respiriamo solo polvere d’oro, ti voglio ringraziare, e ogniqualvolta che mi terrete da una punta e mi scrollerete, io lascerò cadere polvere di stelle per chi mi terrà con sé, e vi renderò ricchi!”.
Il nonno non credeva a quelle parole, allora la stella filante lo mise alla prova, lo spronò a scuoterla e tenerla da una punta.
E oh miracolo, cadde tanta, ma tanta polvere di stelle preziosa, che la barca incominciava a essere quasi sommersa dall’acqua.
Il nonno in ginocchio stringeva al suo cuore la sua benefattrice.
Mise al sicuro nella tasca la piccola stella, e remò e remò tutta la notte per tornare a casa.
Il nonno trovò Tobia sulla spiaggia che lo aspettava col suo amico gabbiano e incominciò a raccontargli la storia fantastica della stella. In silenzio, Tobia affascinato dalla luce della stella ascoltava e guardava quella piccola meraviglia.
Allora disse al nonno che non doveva più stancarsi per procurare cibo per lui, perché lo avrebbe aiutato nel suo lavoro.
E ringraziando il nonno lo abbracciò e gli diede tanti baci di affetto d’amore . . .

Di Rosa Cozzi
Da “CI SONO ANCORA LE FAVOLE”
DL. 1941/633