Kælan Mikla con un inedito di Lucia Triolo
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Pezzi di vita
.
“Sognavamo con i vermi
sotto un Braille di stelle”
(S. Armitage, da “Possiamo concederci un breve periodo di esultanza” ora in “In cerca di vite già perse” p.99)
.
Lina non era una persona seria
e nemmeno non seria
.
aveva atteso invano come un
rumore
che qualcosa accadesse
che i figli si sistemassero
che gongolassero almeno un po’
una timida esultanza
tipo lo scodinzolio di un cane
che non desta invidia
.
ce n’era una senza caroselli in testa
che non riusciva proprio
a spruzzare coriandoli sulla vita e nemmeno su qualcuno e
comprava scarpe rossoscuro
anche naftalinizzate
-sindrome da millepiedi-
per lei aveva desiderato
-scherzi a parte-
un portafoglio a fisarmonica,
.
un’altra senza lavoro e tanti guai
le diede finalmente
la notizia
aveva deciso di prendersi un cane
“forse -disse all’ ago sotto l’unghia-
sul marciapiede di fronte
c’è ancora un po’ di spazio,
basta che
si metta d’accordo col clochard
più anziano”
.
degli altri
quando me ne parlò
non ricordava più bene
uno, credeva, facesse in qualche teatro all’aperto
lo spettatore
sotto un Braille di stelle:
guardava gli altri recitare
grandiosi copioni ad inchiostro simpatico
cioè vivere
e non rubava la scena a nessuno
.
Non era particolarmente amareggiata:
.
“sono stata tutta la vita sopra i piedi
come una ciliegina su uno stronzo”