L’ipocrisia del governo e della politica dopo la strage del Ponte Morandi

di Maurizio Acerbo

Rete Ambientalista – Lino Balza

Le privatizzazioni e i regali ai Benetton nel commento di Maurizio Acerbo.

Nell’anniversario della strage del Ponte Morandi ci indigna l’ipocrisia del governo e della politica. Con quale faccia promettono giustizia i rappresentanti di un governo che ha premiato i Benetton e gli altri azionisti di Atlantia ricomprando le loro azioni invece di riprendersi la concessione?
Con quale faccia si fingono commossi i responsabili della privatizzazione delle autostrade e delle regole tutte a favore della concessionaria privata che non ha garantito la manutenzione e la sicurezza del ponte?
Il Presidente Draghi non si è presentato a Genova perchè ben ricorda quando si occupava delle privatizzazioni al Ministero del Tesoro?
Gli esponenti del centrosinistra portano la responsabilità politica della privatizzazione, quelli della destra di aver poi confezionato norme scandalosamente a tutela di Benetton.
Ricordo che la responsabilità della privatizzazione fu dei governi Prodi e D’Alema e che con il governo berlusconi IV fu approvata con legge la vergognosa clausola che ha garantito ai Benetton il diritto a un indennizzo in qualunque ipotesi di scioglimento del rapporto concessorio.
Il parere dei giuristi del gruppo di lavoro istituito dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti diceva a chiare lettere che ASPI era inadempiente rispetto agli obblighi di custodia, restituzione e manutenzione previsti dal codice civile e dalla convenzione, sottolineava che la gravità di tali inadempimenti, e che lo Stato aveva “il potere di risolvere autonomamente la concessione”.
I giuristi mettevano in guardia dal contenzioso – in cui il concessionario avrebbe potuto fasi forte dell’approvazione con legge della Convenzione e della clausola berlusconiana – ma comunque ritenevano che non vi fossero le condizioni per cui il concessionario potesse ottenere facilmente un forte indennizzo. La via perseguita dai governi Conte e Draghi è stata quella di tutelare il rating della società concessionaria più che gli interessi della Repubblica Italiana.
Come Rifondazione Comunista rivendichiamo di esserci opposti fin dall’inizio alla privatizzazione delle autostrade e finchè siamo stati in parlamento di aver contestato la mancanza di controlli e convenzioni tutte a favore dei privati.

Maurizio Acerbo

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