La signora del male…

Di Alessandra Hropich – 23 Agosto 2021

Costume e Società

La signora del male…

Avevo una strana vicina di casa diversi anni fa, quando abitavo in un’ altra zona di Roma e mi ero appena diplomata.
Parlo di una vicina alta un metro e trenta circa ma estesa in larghezza, con capelli da maschio da sembrare tosata e con la fronte molto bassa. Quella buffa signora mi sembrava un soldatino teso che camminava come se marciasse, una tipa sempre musona ed incazzata che usciva sempre con il borsellino in mano, mai con una borsa perché sarebbe stata, per la diretta interessata, un accessorio da persona poco di buono, aveva due figli ed un marito che morì presto.

La mia vicina aveva un banco di frutta, anche se va detto che non aveva clienti, chi del resto avrebbe accettato il fatto di fare la spesa da una fruttivendola tesa, rigida come un soldato, dove non potevi scegliere nemmeno una mela perché le predisponeva lei in modo da non farle neppure toccare? Mia madre, in quel mercato, girava al largo da quel banco di frutta marcia che rimaneva sempre invenduta soprattutto per l’antipatia della fruttivendola che restava in piedi impalata e con il viso che sembrava manifestare un sottile gusto di non vendere nulla.

Tornando alle questioni del vicinato, si sapeva che quella bassa e buffa signora si dilettava nel fare pettegolezzi continui sui vicini di casa, in alcuni casi, creando proprio pesanti malintesi nelle altrui famiglie di cui poi si rallegrava dicendo che le notizie (false e malevole) che dava erano notizie prese dalla voce del popolo. In realtà, era lei la voce del popolo che spargeva notizie false a macchia d’olio per infangare chiunque.
Assalita dalla curiosità, chiesi ad un’amica dunque di fare una telefonata alla pettegola del palazzo per sapere cosa dicesse sul conto della mia famiglia.

La mia amica si presentò al telefono (mise il vivavoce) come una nuova condomina che voleva informazioni sulla famiglia Hropich. Non parve vero alla scontrosa fruttivendola di potersi sbizzarrire sul nostro conto ed iniziò la sua scarica di maldicenze così: ”Io di quella famiglia non so nulla, non voglio sapere nulla, io sto a casa mia e mi faccio i cazzi mia. Ognuno a casa sua, si fa i cazzi sui. Io dico bongiorno e bonasera a tutti, ma poi penso ai cazzi mia!”
La mia amica continuò e la signora chiarì ulteriormente: ”Io non voglio sapere, ad esempio, dove va la figlia con i capelli biondi ogni mattina alle 7, puntuale con i pantaloncini corti, non mi riguarda dove va, io mi faccio i cazzi mia, ma non credo che va a pregare la tipa. Dove vaaa? È chiaro. Ma il mio cervello non se l’è magnato er gatto, io sono una signora che vive a bocca chiusa come mi hanno insegnato da piccola i miei genitori, capito? Oltretutto una che va anche con la madre alle 7 di mattina,  la madre addirittura esce con le camicette colorate, a fiori, pensa lei che vanno a messa quelle due? È tutto chiarissimo. La madre è peggio della figlia!”
La mia amica, sbalordita, chiese poi chi fosse invece il marito di mia madre e la pettegola vicina continuò con voce ancor più da baritono: “Il marito è quel cornuto dell’appuntato dei carabinieri Mariano. Ma io mi faccio i cazzi mia, io dico solo bongiorno e bonasera. Io ho una famiglia da manna’ avanti!”
Da ultimo, la mia amica tentò di mettere in difficoltà la perfida vicina chiedendole se lei fosse la madre del ragazzo tossicodipendente.
Ebbene, la risposta della signora del male fu: “Embe’? Oggi so’ tutti drogati. È la regola. Compra’ a droga oggi è come bevese na’ bira. Chi non se droga?”
Questo era il ritratto di una volgare donnicciola gretta che, esattamente come aveva diffamato noi (vicini) al telefono con una sconosciuta, altrettanto era solita fare per le scale dove si tratteneva a lungo per sparlare di qualcuno ogni volta, la ricordo dedita a far pettegolezzi con qualcuno pure oltre un’ ora con una bottiglia di latte fresco in mano, quel latte diventava pure acido ma contava molto di più il diffamare qualcuno ogni volta, la freschezza del latte poteva andare a farsi benedire!

In quel periodo rimasi molto male perché fu triste per me il dover apprendere la malvagità umana a diciotto anni, periodo in cui indossavo i pantaloni corti perché affiancavo un presentatore in TV in un’ emittente locale. Non comprendevo come si potesse dare della poco di buono ad una ragazza dal viso pulito e senza sregolatezze di alcun tipo, così come non compresi il motivo per cui la tipa offendesse la rispettabilità di mia madre colpevole solo di accompagnarmi.
Mi resi conto che la bisbetica fruttivendola aveva soltanto la cattiveria di tante altre persone unita ad un evidente rifiuto di pensare.  Mio padre, graduato della Pubblica Sicurezza fu trasferito (con la fantasia)
nell’ Arma dei Carabinieri con il grado più basso di appuntato ed in più, gli fu tolto il suo cognome per chiamarlo con il cognome di mia madre al maschile, così il cognome di mio padre non era più Hropich ma venne usato il cognome di mia madre trasformato in nome per lui.

Mariano era diventato mio padre soltanto perché Mariani è il cognome di mia madre, insomma, la cretina del vicinato fece un miscuglio frettoloso ed alquanto impreciso pur di colpire la famiglia Hropich a suon di diffamazioni, del resto, a chi vuol vedere puttane e cornuti, non importa se uno si chiama Mariano o Giovanni.
Mio padre mi ripeteva: “È una vecchia scema, se vuole che io sia Mariano o appuntato, sarò Mariano ed appuntato, cosa mi interessa di quella?”
Mio padre era un tipo pratico fino al midollo ma, da uomo, lui non considerava la malvagità di una donna demotivata ed inguardabile, per lui, era solo una cretina che apriva bocca.
Imparai dunque dalla signora la cattiveria subdola che hanno in fondo moltissime altre persone, perché lei era la classica tipa che alcuni vicini ascoltavano volentieri credendo di avere informazioni vere. Mi resi conto che non solo al vicinato ma alla società tutta piace avere di fronte una persona gretta, frivola, una che non ragiona perché il pettegolezzo è una grave forma di pigrizia mentale che non comporta alcuna fatica ma fornisce divertimento a costo zero.

Alla maggioranza delle persone piace chi non ti fa ragionare anche a costo di non migliorare mai le sorti né del pettegolo né di chi ascolta.
L’intellettuale o persona intelligente è noiosa (per la massa almeno) mentre colui che fa pettegolezzi è divertente già ma ascoltando certi soggetti diventi cretino come chi li fa, ti scoraggi e perdi entusiasmo per le cose della vita.
Il pettegolezzo l’ ho trovato dovunque e ad ogni livello anzi, talvolta ho conosciuto molte persone laureate mentalmente grette esattamente come le altre.
Del resto, lo studio  dà nozioni, non apre la mente, non insegna ad ascoltare né a vivere, lo studio può farti vivere come un vero imbecille se già lo sei ma con un pezzo di carta.
Del resto, il saper ascoltare è un dono di pochi, gli altri però giudicano perché l’ascolto comporta concentrazione, impegno ed attenzione, il pettegolezzo richiede solo la cattiveria dell’ animo e la staticità della persona quindi va di gran lunga per la maggiore.
Non vedremo mai un pettegolo arrivare ad alti livelli ma lo vedremo sempre pronto ad emettere sentenze.
E la verità non è mai uscita fuori dalla bocca di nessuna persona invidiosa.
Ricordo una donna Pubblico Ministero con cui si parlava prima di una convegno che mi disse: “Anche se lei ha un panino in più, sarà invidiata da qualcuno, un panino è un esempio ma ogni essere umano si confronta con gli altri e ci sarà sempre sofferenza in ciascuno verso un altro ritenuto migliore.
Ebbene, capii con il tempo che la spregevole signora protagonista di questo pezzo aveva non uno ma mille motivi per invidiare la nostra famiglia molto pacata ed assennata.
Di soggetti spregevoli come la fruttivendola ne ho trovati poi in quantità industriali nell’ arco di tutta la mia vita, considerando che il pettegolezzo è la regola, trovare invece persone intelligenti, pensanti o prive di voglia di diffamare rappresenta l’ eccezione.

Non a caso, amo ricordare spesso che esistono le persone spettatrici degli altrui successi e invece poche persone protagoniste della loro vita.
Purtroppo va detto che il soggetto pettegolo viene visto erroneamente come un portatore innocuo di notizie mentre è simile ad un killer che tenta di uccidere l’ altrui buona reputazione, gli altrui successi a suon di notizie non veritiere ed insistenti sul conto di qualcuno.

Il pettegolo, come lo era la mia vecchia vicina, vorrebbe vedere la distruzione delle persone prese di mira, è un Mostro che si spinge fin dove gli viene consentito. Aggiungo poi l’estrema superficialità di tutta la società che crede ad ogni falsa notizia (perché è raro trovare persone che approfondiscono) il pettegolo è dunque sempre indaffarato a screditare, umiliare ed infangare qualcuno.
Le notizie che fornisce un pettegolo non sono quasi mai vere ma solo costruzioni della sua fantasia.
Con il tempo e il lavoro ho davvero conosciuto e frequentato chiunque a qualsiasi livello e non ho mai trovato un persona con un ruolo importante impegnata nel fare pettegolezzi o maldicenze di vario genere, segno evidente di un’ usanza quindi molto diffusa tra le persone di scarso livello che io tendo a tenere lontane come delle appestate portatrici di sciagure.

Da notare che chi vive per spargere notizie non vere sul conto di qualcun altro è persona che non ha una vita propria  ma vive in funzione della distruzione degli altri.
La mia ex vicina qui raccontata aveva una buffa mimica facciale quando parlava con qualcuno ed era adatta a delle scenette teatrali perché era di una comicità pura unita alla cattiveria che aveva nell’ animo amando mettere zizzania nelle famiglie. Una carogna che sapeva solo odiare e screditare gli altri, non sapendo minimamente vivere la sua vita, eppure si sentiva giudice della vita altrui e addirittura si riteneva una persona saggia, discreta ed educata, evidentemente aveva la faccia più tosta del marmo.
Preciso di aver qui descritto un soggetto malevolo finito nel libro Mostri!
Ma prima di scrivere il libro ho preso (come è mia abitudine prima di scrivere) le vere informazioni sulla famiglia della signora del vicinato dal comportamento discutibile: non solo già si sapeva del figlio tossicodipendente ma appresi anche della sorella separata dal marito in malo modo e tornata a stare dalla madre con due figli grandicelli. Compresi dunque che il nostro equilibrio familiare era motivo di rabbia della signora che aveva si due figli ma che non aveva saputo educare preferendo anzi, ad una certa età dedicarsi al pettegolezzo per non pensare alla sua vita che non aveva più alcun senso.
I diffamatori sono persone frustrate, cattive ed insicure che nascondono odio e la volontà di commettere qualsiasi reato se gli si dà l’occasione.

Non una volta mi è capitato di voler capire e/cercare spiegazioni da un diffamatore tentando (inutilmente) di farlo ragionare  ma il risultato è stato sempre quello di vedere quel soggetto (qualsiasi) pronto a tutto pur di non essere scoperto nella sua miseria umana, persino pronto ad arrivare allo scontro fisico.
Quindi, è da tenere a mente che non esiste il pettegolo, diffamatore che viene visto come un chiaccherone/giocherellone, no, queste persone non hanno (lo ribadisco) una loro vita e, il denigrare e distruggere gli altri è il minimo per sentirsi vivi ma guai a togliergli questo brutto vizio, proprio non lo tollerano e scatenano tutta la loro ira arrivando anche allo scontro fisico.
Al di là del caso specifico della mia ex vicina, vorrei precisare che la società è strapiena di persone come la citata fruttivendola, ovvero di persone dalla mente chiusa e non disposte minimamente ad ascoltare il prossimo, a confrontarsi, a dialogare, a capire.

Una domanda che faccio sempre nei corsi o convegni è: ”Ascolti la realtà o la tua rappresentazione?”
Una domanda che apre mille possibilità.
Bisognerebbe ascoltare per ascoltare, non per giudicare e nemmeno per rispondere. Già ma il saper ascoltare è una virtù che pochissimi hanno, ecco perché si vive profondamente soli nelle famiglie ed ovunque e ci si ammala vivendo senza il vero dialogo fatto di parola ed ascolto.
Chi apre la bocca senza saper ascoltare è un Mostro che ha già deciso su chi infierire.
”Il sonno della ragione produce Mostri!”

Cit. Goya

Per informazioni sul libro dedicato ai Mostri:
https://www.youcanprint.it/mostri/b/36ef6f66-740b-5f43-a59e-babf005c66e8