Mare.
Quante volte
vorrei sedermi
di fronte al tuo innato mistero
calare nelle tue bocche
tutti i pensieri che fanno ressa
l’uno sull’altro.
Mi piace credere che tu mi ascolti
com’io ascolto la tua voce
che mi cancella.
Mare.
Come mi plachi gli impeti
e come sai caricarli!
Vai e ritorni
senza mai perdere un battito
infinito soffio, leggero
riversi sabbia sulle emozioni
poi più vive le spogli.
Mare.
Ti osservo sempre uguale
anche quando ti trasformi
fedele a te stesso.
Tutte le sponde domini
ma la tua solitudine
è ben più immensa
delle nostre insieme.
Forse è per questo
che non ti fermi.


arte: Paul Gauguin, L’onda, 1888