Pier Carlo Lava intervista Miriam Maria Santucci, poetessa e scrittrice, dall’Italia al Brasile e ritorno

di Pier Carlo Lava

E’ con grande piacere che proponiamo ai nostri affezionati lettori una nuova intervista alla scrittrice e poetessa Miriam Maria Santucci.

Ciao Miriam e benvenuta su Alessandria today 

–  Ciao Pier Carlo, grazie.

Sei nata in Italia, poi le vicissitudini della vita ti hanno portata in Brasile e ora da tempo vivi nuovamente in Italia, ci vuoi parlare delle tue esperienze in nazioni e in tempi diversi da quelli attuali, ed inoltre cos’è cambiato in questi anni?

– La mia infanzia vissuta tra Marche e Umbria, l’ho raccontata nel libro autobiografico, “ Gora”: tempi duri, nel secondo dopoguerra, famiglia numerosa, difficoltà economiche,  ma ricordo benissimo la genuinità della gente. 

Poi l’emigrazione della mia famiglia in provincia di Milano, e qui ho trascorso parte della mia adolescenza, gli studi magistrali, il mio primo lavoro in redazione di una grossa casa editrice. Nel 1968  il mio ragazzo é emigrato in Brasile. L’ho seguito due ani dopo, già come sua moglie (ci siamo sposati per procura).

Il Brasile è un paese accogliente, con gente affabile. Certo, i primi tempi sono stati duri: eravamo da soli , con ristrettezze economiche, ma sempre con il pensiero di rientrare in Italia. 

Ho provato una grande soddisfazione nel lavorare alla Dante Alighieri di Curitiba, sud del Brasile, e nel creare una mia scuola di Italiano e un Coro di circa 40 persone:  molti discendenti di Italiani o alunni della Dante.

C’era molto spirito di solidarietà tra noi e si era orgogliosi di essere Italiani. 

Poi il rientro in Italia, nel dicembre del 1992. Dopo tanti anni , pensando di ritrovare il paese che avevo lasciato, sono rimasta delusa: L’Italia e gli italiani erano cambiati. Sentivo la gente molto litigiosa, poco propensa a fare amicizia , scostante. Mi sentivo una straniera in casa. 

La mia vita è stata segnata da continue emigrazioni: dal Centro Italia in Lombardia, poi in Brasile, poi rientro in Italia. 

Questo mi fa capire ancora di più gli emigranti, le loro difficoltà nell’adattarsi in ambiente estraneo, di dover lottare contro pregiudizi vari. 

Infine rimpiango i miei tempi di “GORA”,  di quando eravamo povera gente, ma sereni.

Cosa ti ha spinto a scrivere? 

– La necessità di esternare i sentimenti che affollano la mente. Esprimerli permette di rielaborarli, migliorarli e “archiviarli”, lasciando spazio a nuovi pensieri.

Inizi ufficialmente a 13 anni, vincendo a livello nazionale il “Trofeo Penna d’Oro” (1963) e “Il Campanellino” (1965) ricordi ancora le tue sensazioni dell’epoca?

–  Ero giovanissima e piena di sogni da realizzare. Nel 1970 raggiunsi in Brasile il mio fidanzato, dopo il “matrimonio per procura”, per poter espatriare come “ricongiungimento del nucleo familiare”, che mi dava diritto ad una riduzione del biglietto di viaggio e al visto permanete nel paese di destinazione. Dopo il mio trasferimento in Brasile, non scrissi più nulla. Nel dicembre del 1992 tornai in Italia. Ripresi a scrivere nel 2014, dopo 44 anni.

Hai scritto: Le Impronte della Vita – Il Sentiero del Destino – La Luce dei Pensieri – Oltre l’Orizzonte – GORA – Oltre i Confini del Cielo e del mare, ce ne vuoi parlare?

– I quattro volumetti illustrati di poesie, editi da Sogni in Scena, li scrissi dal 2015 al 2018 e contengono anche la produzione degli Anni ‘60. La prima edizione del romanzo “GORA- Appunti di un’infanzia nel dopoguerra”, edita da Sogni in Scena, è stata pubblicata in formato cartaceo nel 2019.
Nel 2020 è uscita la raccolta completa di poesie e riflessioni “Oltre i Confini del Cielo e del Mare”, pubblicata da Youcanprint, prima in formato e-book  e nel 2021 in formato cartaceo. Sempre da Youcanprint, nel 2021, è stata pubblicata la Seconda Edizione del romanzo “GORA- Appunti di un’infanzia nel dopoguerra”, prima in formato e-book e in seguito in formato cartaceo.
La silloge “Oltre i Confini del Cielo e del Mare” e la Seconda Edizione del romanzo autobiografico ”GORA – Appunti di un’infanzia nel dopoguerra”, sono disponibili nelle maggiori piattaforme online, mentre gli altri libri sono disponibili presso la mia abitazione.

Ci racconti cosa hai provato dopo la pubblicazione della tua prima raccolta di poesie?


– E’ stato particolarmente emozionante, perché quel primo volumetto di poesie illustrate, Le Impronte della Vita,  con DVD allegato, è stato adottato dalla Dante Alighieri di Curitiba (Brasile), in cui ero stata coordinatrice e insegnante dei corsi di lingua italiana. Sono stata invitata per la presentazione del libro, ospitandomi per dieci giorni, dandomi così la possibilità di rivedere, dopo 23 anni,  persone e luoghi a me molto cari.

Scrittori si nasce o si diventa e nel caso come, ed inoltre cosa consigli ad un giovane che vuole fare lo scrittore?

– Scrittori e, soprattutto, poeti, si nasce. Poi ci si perfeziona, con lo studio della lingua e con tante letture. A differenza del giornalista, che è una professione specifica, lo scrittore scrive solo per passione e dietro ispirazione. Almeno è così che io la vedo. Ai giovani consiglio di seguire la vocazione, studiando e leggendo molto, privilegiando la qualità e non la quantità dei loro scritti.

Stai già scrivendo un altro libro e nel caso ce ne puoi parlare?

– Libri no, ma poesie sì, soprattutto in questi tempi martoriati, che tirano fuori il peggio dalla gente. Scrivere mi permette di “depurare” la mia anima, inquieta per natura.

Un sogno nel tuo cassetto?

– Ho 76 anni, di sogni nel cassetto non ne ho più. L’unico sogno rimasto è quello di avere sempre la mente lucida e la forza di affrontare le molteplici malattie in autonomia, senza dover essere di peso a nessuno.