Riconosciuto stato di calamità per gelate di aprile 2021 che hanno compromesso prodotti  raccolti, al minimo da inizio secolo

Coldiretti. Alessandria: Addio ad 1 frutto su 4, necessaria maggiore applicazione e diffusione delle misure di gestione del rischio

Il riconoscimento in Gazzetta Ufficiale dello stato di calamità per le aziende che hanno subito le conseguenze della forte gelata del 7 e 8 aprile, che ha compromesso i raccolti della stagione 2021, è stato un atto necessario. Le domande di aiuto dovranno essere presentate entro il 12 ottobre.

“Serve questa attenzione da parte delle istituzioni per le imprese che sono continuamente sottoposte, a causa del clima impazzito, a gravi danni con perdite delle produzione che arrivano a toccare anche il 100% in occasione di eventi calamitosi come quelli dello scorso aprile. I nostri uffici sono a disposizione per la compilazione delle domande – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. A causa degli sfasamenti climatici abbiamo perso un frutto su quattro con il crollo di oltre il 35% della produzione provinciale in un 2021 segnato da siccità, bombe d’acqua, grandinate e gelo che hanno compromesso pesantemente i raccolti”.

L’andamento climatico anomalo con l’inverno bollente, il gelo in primavera ed una estate divisa tra caldo africano, siccità e violenti temporali hanno prima danneggiato le fioriture e poi i frutti con i raccolti che sono scesi al minimo da inizio secolo.

Il risultato è un calo che riguarda tutti i prodotti, dalle mele (-12%) alle pere (-69%), dalle susine (-33%) ai kiwi (-29%), dalle albicocche (-37%) alle pesche (-48%) fino alle ciliegie (-20%) secondo l’analisi della Coldiretti rispetto alla media dei cinque anni precedenti.

“Una situazione drammatica per i produttori colpiti dalle calamità che in molti casi – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – hanno perso un intero anno di lavoro, ma che riguarda anche i consumatori che hanno dovuto affrontare un carrello della spesa più costoso. Dalle mele alle pere, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne ma anche per molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi”.

Un patrimonio che va difeso dai cambiamenti climatici per tutelare le imprese e le famiglie promuovendo in modo strategico, con la collaborazione fra Stato e Regioni, l’applicazione e la diffusione di misure di gestione del rischio riguardanti sia la difesa attiva che passiva delle colture e volti a tutelare le imprese e i loro redditi.

“Ad oggi, meno del 20% della produzione lorda vendibile agricola risulta assicurata nonostante la maggiore frequenza ed intensità di eventi climatici estremi ai quali si aggiunge la volatilità dei prezzi che caratterizza il mercato globalizzato”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.

 

 

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