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“Quanto ne era successe da allora! Una guerra persa, una ricostruzione lenta e faticosa; solo ora sembrava affacciarsi un’epoca in cui la vita poteva essere goduta senza troppi pensieri. Il cibo abbondava, i negozi erano pieni di merci allettanti e i nuovi elettrodomestici alleggerivano i lavori in casa o tenevano compagnia nel tempo libero. Era più felice adesso di prima?”

Gli anni trascorrono e siamo ormai nel 1952. Berlino è sempre protagonista e la famiglia Thalheim continua ad andare avanti con la sua attività con passione, coraggio e tante difficoltà. Rike è sposata e in dolce attesa e nel frattempo Silvie sta provando a godersi la vita con però il pensiero costante di essere arrivata ai trent’anni senza ancora un uomo da sposare e con il quale poter costruire una famiglia.

I suoi amori sono sempre tormentati e la situazione non sarà differente con l’affascinante attore Wanja Krahl, un uomo passionale che non si è accontenta però della relazione con Silvie, la illude, la perseguita, la vuole per sé e basta. Ma per fortuna lui non sarà l’unico e arriverà qualcuno che potrebbe finalmente mostrargli cosa significa veramente amare con sincerità.

Oskar, il gemello di Silvie, risparmiato dalla guerra, è tornato a casa. Il padre vuole che sia lui ad occuparsi della gestione dei Grandi magazzini di famiglia ma Oskar preferisce fare festa e abbandonarsi ai piaceri della notte. Non sa quale strada intraprendere e rischierà di farsi rovinare da un concorrente minaccioso che gli prometterà grandi affari.

“Giorni felici” (Fazi Editore, settembre 2021, traduzione di Teresa Ciuffoletti e Nicola Vincenzoni) è il secondo volume (dopo “Una vita da ricostruire”, marzo 2021) della trilogia delle sorelle del Ku’damm, il noto viale berlinese dello shopping.

I periodi post-guerra sembrano superati ma la storia ci racconta ben altro ed è con i nuovi avvenimenti che la famiglia Thalheim dovrà, in modo più o meno indiretto, scontrarsi.

Sono passati i tempi delle donne delle macerie ma restano intatti i ricordi dei periodi più bui, in città e sui campi di combattimento; Oskar ne è testimone ferito, fatica a tornare alla normalità e ne svela alcuni terribili retroscena in comune a migliaia di altri ragazzi come lui.  

“Pervitin, lo prendevamo tutti, nessuno escluso. Una droga miracolosa, Silvie! Non senti né la fame né il freddo, la paura non sai più cosa sia. Se serve, puoi marciare per tre giorni di fila senza stancarti e spari quando te lo ordinano, a patto che tu ne abbia ingoiato abbastanza…”

Brigitte Riebe

Se nel primo capitolo abbiamo seguito le vicende attraverso i movimenti di Rike, stavolta è Silvie a guidarci e a raccontarci quanto accade in famiglia ed attorno a lei. E accade davvero di tutto, non c’è un attimo di sosta, nel bene e nel male.

Il ritmo incalzante ci fa volare tra le quattrocentocinquanta pagine che non sono mai sembrate più brevi.

“Risero tutte e tre e per un attimo fu come subito dopo la guerra, quando si erano sostenute a vicenda, imparando ad affrontare insieme le avversità della vita di ogni giorno.”

Si piange e si ride, si scoprono nuovi abiti in voga ai tempi, nuovi film, nuovi libri visitando la Fiera del libro di Francoforte, si spera quando il peggio è alle porte e si sospira quando il presente non può essere modificato.

Un romanzo ancora una volta al femminile che ruota attorno alle decisioni, alle gioie e alla difficoltà di donne che non si arrendono mai e che ci insegnano quanto la forza d’animo sia il vero segreto per andare avanti raccogliendo soddisfazioni e sogni di un futuro felice.  

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Rebecca M.