ABBIAMO DA TORNARE

Alle case ai nostri lavori
alle spiagge ai nostri campi
abbiamo da tornare

Alle nostre terre
rosse di caffè
bianche di cotone
verdi di granoturco
abbiamo da tornare

Alle nostre miniere di diamanti
e d’oro di rame e di petrolio
abbiamo da tornare

Al fresco della mulemba
alle nostre vecchie usanze
ai ritmi ai focolari
abbiamo da tornare

Alla marimba al chissange
al nostro carnevale
abbiamo da tornare

Alla nostra patria angolana
la nostra madre terra
abbiamo da tornare

Abbiamo da tornare
Angola liberata
Angola indipendente

AGOSTINHO NETO, tr. Joyce Lussu

Troviamo 6 strofette di tre versi, 1 di cinque e 1 di quattro.
Agostinho Neto è stato un intellettuale angolano (1922-79), poeta assimilato alla negritude, capo del Movimento Popolare della Liberazione dell’Angola dalla dominazione coloniale portoghese, e primo Presidente della Repubblica Angolana (1977-79), morì a Mosca per un cancro al pancreas. Come molti rivoluzionari del Terzo Mondo, studiò nel paese dell’oppressore, a Coimbra, medicina.

Nel giugno del 1960 nel suo ambulatorio a Luanda, vennero 200 soldati ad arrestarlo, la folla si oppose, ne uccisero 30; 200 i feriti. Un ritratto della Lisbona dell’epoca lo offrono il libro e il film “Sostiene Pereira”, belli entrambi. La traduzione è letterale. Il ritornello ” abbiamo da tornare” (8 volte) martella tutte le strofette, fino al proclama finale. Anche nell’originale ” havemos de voltar” è più efficace di “dobbiamo tornare”. Neto non scrive per sé, si rivolge alla sua gente, per esortarla alla ribellione.

Vi contribuisce anche l’iterazione continua di nostre/nostri (7 volte). Neto descrive le bellezze e le ricchezze dell’Angola, depredate di coloni bianchi, come tutta l’Africa del resto. Angola, Guinea e Mozambico, portoghesi, furono le ultime a ottenere l’indipendenza. il poeta si traveste consapevolmente da personaggio del popolo, usa un lessico semplice, concreto, con un effetto quasi di cantilena.

La mulemba è un albero tropicale, un fico, africano; la marimba è uno strumento a percussione; il chissange uno strumento musicale, una specie di chitarra. I contadini angolani erano trattati come schiavi dai latifondisti bianchi portoghesi.
Joyce Lussu è stata un’importante intellettuale, traduttrice di Hikmet, scrisse “Scarpette rosse”. Sposò il sardo Emilio Lussu, pur essendo plurilingue, aristocratica e cosmopolita, o forse proprio per questo. Lussu ha scritto il romanzo capolavoro sulla prima guerra mondiale “Un anno sull’altipiano”, fu parlamentare per il Partito d’Azione, il migliore che ebbe l’Italia del dopoguerra (vi facevano parte anche Contini e Montale); infatti perse le elezioni, e si dissolse in mille rivoli.

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