Racconti: AI MIEI FIGLI, di Gregorio Asero

AI MIEI FIGLI

E succede alla fine del cammino che forse riesci a svegliarti dal tuo lungo sonno e allora ti accorgi che i giorni non sono eterni come pensavi. Se ti guardi attorno, ti accorgi che gli amici, molti tuoi amici, ti hanno preceduto nel cammino dell’infinito, ti guardi e vedi che le cose consuete non sono più del tuo mondo. 

Mentre ti trovi a camminare verso la fine della tua strada, capisci che non sei più la persona che intraprese il lungo percorso della vita, capisci che il mondo non ha più tempo per aspettarti e allora quasi ti vien voglia di arrenderti e di fermarti. Capisci che sono gli ultimi battiti di un cuore ormai stanco. 

Ti senti vecchio e ogni giorno è sempre più corto e più non porta nella sua gerla i carichi di favole e ogni però ti afferra per mano e sembra che voglia sorreggerti perché capisce che i tuoi sogni ormai sono i sogni di altri. Sono i sogni dei tuoi figli. 

E tu speri e t’illudi che almeno loro riescano a realizzarli e resti sospeso su un filo di lana fra voler andare via e restare. Ripensi alla vita che mai fu serena, ripensi al lento passare del tempo che hai sciupato in mille conflitti e ogni cosa, ogni promessa che facesti era figlia soltanto dei sogni. Io sono tuo padre e sento di esser noioso con le mie lunghe prediche, ma ogni volta che ti vedo distratto a sprecare i tuoi giorni mi vengono in mente i poster di quando bambino sognavi gli eroi del mondo perduto. 

Vedrai che un giorno tutto sarà più chiaro e capirai che le stesse domande di cui non trovi risposta già le fece tuo padre e che non c’è dolcezza nella risposta, ma molto fiele che pagherai a caro prezzo. I tuoi sogni poi un giorno, saranno i sogni dei tuoi figli e ti riscoprirai a un tratto a rileggere quest’antico messaggio trovandolo nuovo e attuale. 

Lo so le tue strade saranno diverse dalle mie, ma credimi saranno sempre strade impolverate e piene d’ostacoli. Allora forse sentirai che tuo padre è stato un padre normale o forse un po’ folle nello sprecare la vita in una quotidianità sempre uguale a se stessa. 

La paura, il coraggio di vivere una vita normale, ognuno le porta nel suo sacco da viaggio. Io forse ho interpretato una vita sempre tentando di vivere.

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da ” PENSIERI SOSPESI”

di Gregorio Asero 

copyright legge 22 aprile 1941 n. 633