Inappellabile sentenza

svuota di vane illusioni

arcaiche sembianze divine.

Tremano gli arti invisibili

al suono di tube squillanti,

fantasmi riemersi dal nulla

sgomenti in facile angoscia.

In cima ai tetti spioventi

cristalli di ghiaccio rovente

pendono gocciando passione.

Ti guardo mi vedi.

All’anima assente

additi l’approdo.

Ti vedo mi guardo

ma viaggio ed affondo.

Lo specchio non mente

Ancora una volta

mi scopro allo sbando.

© Antonio Fasolo