Carissimi amici di Alessandria Today ecco la piacevole intervista al simpatico autore del romanzo “INPS” che non è un manuale sulla pensione ma un giallo/poliziesco che vede protagonisti cinque arzilli vecchietti. Pronti per saperne di più?…

Chi sei? Parlaci di te.

Nasco a Roma il 19 settembre del 1956, settimo di sette figli e ho vissuto fino all’età di 23 anni, chè mi sono sposato, al Quadraro. Ora vivo fra Torre Maura e Tor Tre Teste, alle spalle del Policlinico Casilino. Vivo con mia moglie e sono in pensione da un paio d’anni. Nella mia vita ho avuto molte esperienze lavorative che vanno dal commercio all’artigianato.

Come e quando è nata la passione per la scrittura?

L’ho sempre avuta, anche se ho fatto l’Istituto Tecnico e mi sono diplomato come Perito Elettrotecnico. Prima di andare in pensione amavo la sera tardi scrivere, siano stati semplici pensieri o abbozzi di romanzi, ma li ho tenuti sempre nel famoso cassetto, fino a che circa dieci anni fa li ho tirati fuori e ho dato continuità alle idee.

Parlaci del tuo libro e dell’indagine degli INPS.

Parla di un gruppo di cinque amici che sono andati da poco in pensione e per ovviare alla noia decidono di affittare un garage, che chiameranno “la tana”, per passare, giocando a carte o a biliardo o a scacchi, le ore della giornata. Ma come succede spesso dalle intenzioni alla realtà ci mette sempre lo zampino l’imprevedile e così alternano ai giochi delle investigazioni, formando una vera e propria squadra investigativa capitanata da Giorgio, ex poliziotto.

Cosa pensi del genere giallo in Italia?

Il nostro genere italiano è a mio avviso molto soft al contrario dei gialli americani dove la violenza è molto accentuata. Forse è lo specchio della nostra società che, a differenza di altre, tende a dare una forma più scansonata alle storie così da dare alle stesse la visione di una realtà che, anche se amara, sa ridere di sè stessa, sa prendersi in giro. Un esempio su tutti è Camilleri con il commissario Montalbano.

I tuoi personaggi ti assomigliano?

Come in tutti i miei scritti io porto su carta le mie esperienze e le mie sensazioni. Vorrei inspirare nei lettori, con i miei personaggi, un senso di umanità che vedo sempre affievolirsi nella realtà di tutti i giorni.

Perché hai scelto persone anziane quali tuoi protagonisti?

Tornando alla risposta di prima forse perchè mi somigliano. Loro hanno, chi più chi meno, la mia età e come me sono in pensione, e come me si sono trovati da un giorno all’altro senza niente da fare, dopo aver passato una vita scandita dagli orari derivanti dal lavoro.

Progetti futuri?

I miei progetti sono sempre legati alla scrittura, ho da poco finito un altro episodio dei miei cinque pensionati e ne ho iniziato un altro. Ho in cantiere anche un’altra storia ma questa di tutt’altro genere che mi ha fatto arrabbiare moltissimo quando ne sono venuto a conoscenza e vorrei portarla alla luce.

Grazie Massimo e buona fortuna per tutto!

Anna Pasquini – Alessandria Today