A cura di Manuela Moschin https://www.librarte.eu/

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Recensione

La storica e accademica Chiara Frugoni, che è stata insegnante di Storia medievale nelle Università di Pisa, Roma e Parigi, con il saggio uscito il 23 settembre 2021 intitolato “Donne medievali. Sole, indomite, avventurose” il Mulino Editore, consegna ai lettori un’analisi approfondita inerente alla condizione della donna nel periodo medievale. Dotato di una ricchezza lessicale straordinaria, uno stile narrativo gradevole e una quantità notevole di illustrazioni documentarie, come miniature, mosaici, tavole, affreschi, disegni, che testimoniano la situazione della donna del tempo, risulta essere un sorprendente compendio di qualità rilevante. Nella società medievale, in cui predominava il valore della forza fisica, le donne erano messe da parte, soprattutto se la classe sociale risultava alta. Le alleanze matrimoniali contribuivano a rendere le donne meri strumenti di procreazione, alle quali era proibito insegnare. Dovevano vivere in condizioni di assoluto analfabetismo, a meno che non intraprendessero la vita monastica, allora, in quel caso, potevano imparare a leggere per recitare le preghiere. Come afferma la scrittrice “Solo le monache e le vedove che rinunciavano ad avere un uomo accanto a sé avevano la possibilità di esprimere la loro personalità”. Ma all’interno di questo ignobile scenario, l’autrice Frugoni ha scelto di parlare di alcune figure femminili eccezionali, che hanno saputo fuggire da quel terribile destino, contrassegnato da sottomissioni e abusi. Sono dunque donne speciali quelle trattate nel saggio, monache e regine di grande talento. Seguendo le fonti derivanti dai racconti del poeta Venanzio Fortunato e della monaca Baudonivia, Chiara Frugoni inizia narrando la vita di Radegonda di Poitiers, la regina moglie di Clotario I, che divenne poi monaca. 

Un’altra protagonista del libro è Matilde di Canossa, una donna coraggiosa e devota alla chiesa. La papessa Giovanna, invece, è una donna che in realtà non è mai vissuta, ma che per secoli si credette alla sua esistenza. Tra il 1250 al 1550 rappresentò uno scandalo, in quanto gli uomini di Chiesa erano terrorizzati dal fatto che Giovanna, travestendosi da uomo assunse il ruolo di papa. Christine de Pizan è il personaggio che ho preferito perché rimasta vedova e povera, riuscì attraverso la scrittura a produrre libri di successo, salvandosi così dalla miseria, difendendo finanche le donne umiliate “Continua a leggere e a istruirsi accanitamente, lavora senza tregua, scopre quanto autentica e profonda sia la sua passione di studiosa. Ma è anche estremamente abile nel farsi conoscere e nel conquistare uno spazio proprio, in quello affollato di soli autori maschi” (Donne Medievali, Chiara Frugoni). 

È la storia di Margherita Datini a concludere questa encomiabile descrizione, che affronta le vicissitudini di cinque donne singolari. Margherita, che un tempo fu analfabeta, imparò a leggere e a scrivere per poter comunicare con il marito Prato Francesco Datini, un ricco mercante, al quale inviò centocinquanta lettere. 

Christine de Pizan illustra i suoi “Proverbes moraulx”, London, British Library
Per pregare Radegonda interrompe il pranzo e poi abbandona il letto coniugale, ms 250, f. 24r.
Enrico IV chiede aiuto a Ugo di Cluny e a Matilde di Canossa, Città del Vaticano, 1111-15.
La papessa Giovanna convoca il futuro amante.