GUIDO MIANO EDITORE  NOVITÀ EDITORIALE

È uscito il libro di poesie: FRAMMENTI DI LUCE di MARCO ZELIOLI

con prefazione Marcella Mellea

Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “Frammenti di luce”di Marco Zelioli, con prefazione di Marcella Mellea, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2021.

Frammenti di luce, di Marco Zelioli, è un’opera poetica che riunisce pensieri, principi morali, considerazioni, convinzioni, tensioni spirituali, osservazioni critiche, che hanno per oggetto aspetti e sentimenti fondanti del nostro vivere quotidiano. Quasi tutte le poesie sono inedite e di recente produzione – tranne qualche eccezione – come lo stesso autore precisa nella sua “nota di apertura”, nella quale egli ci informa anche – non senza un filo di malinconica espressione – che questa raccolta sarà la sua ultima opera poetica, poiché è sua intenzione dedicarsi alla prosa. 

Il poeta Zelioli, come un drammaturgo classico, chiede pazienza e benevolenza ai suoi lettori, nella speranza – verosimilmente – di catturare la loro simpatia ed il loro affetto ed entrare, sostanzialmente, in empatia con loro. Obiettivo questo che, in verità, evidenzia la volontà dell’autore di stabilire una relazione, quasi dialogante, col proprio pubblico di lettori: da qui il tono quasi confidenziale e amicale che caratterizza la narrazione ed il linguaggio di tutta l’opera. 

Questo aspetto è particolarmente evidente nella poesia Verso la fine (?) dell’opera, dove il poeta annuncia il suo lascito poetico al mondo, lascito per tutti, anche per persone che lui non conosce, e si accorge che è un lavoro difficile, ma lo fa con il cuore: si auto definisce, infatti, uno che «scrive versi con il cuore»: «Non è che sia così poi tanto facile / aprire il cuore a chi non sai chi sia. // Ho rinunciato a tanto nel mio piccolo / ma non a pubblicare questi versi. // Non troverai stanchezza nella voce / di chi ancor scrive versi con il cuore / anche se forse non ha più parole».

Dalla lettura delle poesie, e dalle note esplicative che accompagnano buona parte di esse, si comprende che il poeta Zelioli sente su di sé il difficile compito, il dovere morale quasi, di istruire il lettore, di indirizzarlo verso il bene, di offrire le sue sagge riflessioni e i suoi insegnamenti su temi e aspetti importanti della nostra vita quotidiana. Un velato intento pedagogico, in effetti, caratterizza tutta l’opera poetica dei Frammenti di luce e l’attraversa come suo sottile e illuminante filo conduttore. Lo scopo didattico della raccolta poetica, pertanto, è ben chiaro e si percepisce in molte delle liriche presenti nella raccolta. Non solo, tutta la raccolta poetica è intessuta di una grande umanità da parte dell’autore, da un profondo senso civico, da una forte spiritualità e da un’alta tensione etica e morale, che traspare da ogni verso e che sembra aspirare ad una umanità rinnovata, “umanizzata” verrebbe da dire, sempre e comunque sotto la guida dei grandi insegnamenti di Gesù e di un’incrollabile fede in Dio: «Avrebbe senso senza Te la vita? / Forse no. Non credo. Adesso non so. /…/ Per questo vale forse un buon consiglio: / guardarsi sempre dalla solitudine. // Non titubare oltre, cuore mio» (Luce all’orizzonte ultimo); «…Tutto andrà bene perché Dio ci ama. / Ne abbiamo un pegno: l’amore fraterno» (Andrà tutto bene). 

L’opera Frammenti di luce è divisa in tre parti. La prima parte è intitolata Anche la più piccola luce nel buio risplende; ed è già un titolo che lascia trasparire non solo la poetica ma anche la filosofia di vita che caratterizza tutte le poesie in essa presenti. Sono squarci di luce e di speranza, in un mondo che presenta spesso ombre, con le quali bisogna convivere ma che abbiamo il dovere di illuminare, sembra dire il nostro poeta. In questa sezione l’autore tratta temi sociali e di attualità, ci parla della violenza che si registra in varie parti del mondo (Siria, riferita alla guerra civile siriana; This is the question, riferita alla Brexit e alle problematiche relative al processo di costruzione dell’integrazione europea), di problemi con la giustizia, della giustizia umana in contrasto con quella divina (Le tue prigioni, contro la mitizzazione della giustizia umana, senza considerare la sua fallacia); dell’eutanasia (Quando finirà?, con riferimento alla vicenda di Eluana Englaro); non mancano tuttavia decisi riferimenti ai sentimenti umani, come l’amicizia, la vicinanza, la solidarietà, commemorazioni di eventi familiari ed espressioni di empatia e sostegno per gli amici e gli uomini in senso universale (Buon compleanno amica mia; Pensiero sull’amore). 

La seconda parte del libro, Frammenti di luce nel buio (I primi venti undici settembre), richiama nel titolo la tensione umana della prima sezione, fatta sempre di speranza, di “luce” che illumina nel “buio” della vita. Si tratta di una parte monotematica. Essa raccoglie, infatti, tutte le poesie dedicate ad un unico e grande evento, che ha percorso (e scosso) la storia degli ultimi vent’anni: l’11 settembre del 2001. Si tratta di componimenti scritti, di anno in anno, a partire da quella fatidica data e fino al 2020. Poesie che nonostante ripercorrano l’orrore provocato dal crollo delle torri gemelle e la morte di migliaia di persone, gettano una luce di speranza. La data fatale dell’11 settembre rappresenta un segno di rottura, la fine di un’epoca intrisa di malvagità e violenza e traccia l’inizio di una nuova epoca («Niente oramai sarà più come prima»); dalle sue macerie può nascere la speranza per un mondo nuovo, un mondo che può e deve essere ricostruito, grazie a una presa di coscienza collettiva, al risveglio delle coscienze. L’incipit di questa sezione è «Ho visto dove può giungere l’uomo», la sua «immane follia», con riferimento alle malvagità di cui esso può rendersi artefice, e sembra richiamare plasticamente l’acquaforte Il sonno della ragione genera mostri (1797) del pittore spagnolo Francisco Goya. La sezione si chiude, però, sempre con quel lume di speranza, alimentata e sostenuta da una grande tensione spirituale e da una profonda fede, che caratterizza tutta l’opera, e si materializza con l’invocazione della pace come strumento di convivenza civile e di amore a Dio.

Nella terza e ultima parte, Un anno di cantici (2020 – quasi degli inni sacri), probabilmente di memoria Manzoniana, il poeta affronta temi più squisitamente teologici e religiosi: i sette sacramenti, le virtù teologali, l’Epifania, il Natale, la Preghiera. Sono presenti, inoltre, alcune poesie dedicate all’evento principale che ha caratterizzato il 2020: la pandemia da Covid19, con tutte le conseguenze e le restrizioni che essa ha comportato. È presenta, infine, una brevissima ma intensa poesia dedicata alla beatificazione del giovane Carlo Acutis: «Tu, ragazzino beato, hai messo / il computer al servizio di Dio. // Aiutaci dal Cielo a far lo stesso» (Preghiera nell’era digitale). Anche i componimenti di questa sezione, come per i precedenti, ispirano ed elevano l’autore e lo trasportano in una dimensione spirituale forte e alta.

La divisione in tre parti (tre è il numero della Trinità e rappresenta la perfezione), l’uso del sostantivo cantico e alcune citazioni in Inverni e stelle («…Il ciclo della vita certe volte / è così stranamente aggrovigliato / che sembra cancellare la speranza / di uscirne fuori e riveder le stelle. /… Il tuo profumo, dono che ci reca, / insieme ad un sorriso di speranza, / l’amor che move ‘l sole e l’altre stelle») fanno riecheggiare, e mettono in evidenza la matrice culturale dell’autore e l’influenza dell’opera “divina” del sommo poeta.

Le tre parti in cui è suddivisa e di cui si compone la raccolta, apparentemente differenti tra loro, hanno, e fanno trasparire, una loro unitarietà, identificabile con la presenza di una forte tensione verso il “Cielo”, intesa come dimensione spirituale, religiosa e divina, e potrebbero essere lette, a ragione, come un intenso viaggio metaforico verso l’Assoluto, verso il bene Supremo. 

A supporto di tutto ciò ci sono i temi trattati nella prima parte, che sono temi “terreni”, legati al vivere quotidiano degli uomini, cose belle (alcune ricorrenze) ma anche tante cose brutte: male, ingiustizie, la quarantena, che ci fanno pensare ad una terra-inferno. La seconda parte, pur partendo da una condizione di dolore straziante, di orrore, non nega la speranza; dopo l’attentato alle torri gemelle, dopo il dolore e la rabbia nasce la speranza dell’aiuto divino, la speranza di creare un mondo migliore (si legga la lirica Il settimo sigillo); la seconda parte dedicata all’undici settembre potrebbe riecheggiare il purgatorio. Nella terza parte il poeta tratta temi sacri, si innalza dalla sfera terrena verso una dimensione spirituale superiore e tratta temi teologici, cari alla tradizione cristiana. Questo ci fa pensare alla dimensione celeste: il Paradiso.

L’opera è tutta pervasa di luce: luce e speranza sono parole chiave, ripetute molte volte nei diversi componimenti. Il titolo, Frammenti di luce, si addice molto all’opera, in quanto ogni poesia offre uno spiraglio, un frammento di luce, anche nelle situazioni più disperate e buie. Il poeta conserva sempre un animo positivo, convinto che la speranza può sconfiggere oscurità e male. Speranza animata da una fede profonda, che non dà spazio allo sconforto, all’abbandono, alla resa, alla paura.

Il poeta è grato alla vita per i doni ricevuti, l’amore e le cose belle che hanno visitato la sua vita; le esperienze lo hanno arricchito e le vuole trasmettere agli altri: «Un giorno dopo l’altro, mai uguali, / sono passati fino ad oggi in fila / lasciandomi regali ad uno ad uno / dolci sovente, e talvolta amari, // ma tutti gocce di letizia al cuore / quasi confuso dalla troppa gioia» (Pensiero al mio tempo).

Animato da fede tetragona, l’autore non si avvilisce mai, non perde la speranza e vuole offrirla agli altri: «È la speranza tratto distintivo / di ogni uomo che confida in Dio / e in ogni dubbio riconosce bene / il limite di tutto ciò ch’è umano, / su cui l’Onnipotente solo vince; // e ciò produce sempre nuova pace, / certezza che il Male è ormai sconfitto. / Chi spera, spera contro la paura / perché non conta solo su se stesso» (Speranza).

Il poeta chiude la raccolta con una poesia tra il serio e il faceto, nella quale informa il lettore di aver scelto la forma poetica per trattare temi seri che avrebbe dovuto scrivere in prosa, con lo scopo di rendere gli argomenti più diretti e meno noiosi: «Se ho ceduto alla didascalia / scrivendo questi miei piccoli cantici, / non posso dir però che me ne pento / perché su certi temi occorre dire / le cose per benino e senza fretta. // A mia scusante invoco l’evidenza / che una poesia è più breve di un sermone / e spero anche un po’ meno barbosa / di un dotto pistolotto in bella prosa; // e se non è così vi chiedo scusa…» (Quasi autocritica).

In conclusione, tutte le poesie raccolte in Frammenti di luce sono un messaggio di speranza per l’umanità. Se è vero, com’è vero, che la poesia nasce dall’anima, nel poeta Zelioli questa verità diventa capacità di ascolto dell’anima del mondo, oltre che della propria anima. Frammenti di luce è poesia dell’esperienza umana e della tensione spirituale, in cui convergono significati profondi della nostra esistenza individuale e collettiva. La sua narrazione poetica mette a confronto felicità e sofferenza, libertà e sentimento, memoria ed emozioni, che nell’insieme esaltano il valore della vita. Una coralità di significati che esprimono le rivelazioni dell’animo umano dell’autore, dove la scrittura assume un ritmo che scorre sull’orlo dell’esistenzialismo e scandaglia le principali tematiche umane. Una suggestiva diffusione di echi, i quali si configurano come potenti messaggi di speranza contro i freni del vivere: la paura, la violenza, l’indifferenza, la solitudine, l’imponderabilità, l’incomunicabilità. Una narrazione, quella di Frammenti di luce, capace di creare immagini e rappresentazioni e suscitare emozioni come atto di grande potenza creativa, germinando cose palpabili allo spirito e alla mente di chi predispone il suo animo al canto dell’universo. 

Il verso libero consente all’autore di trattare qualsiasi tema; il linguaggio semplice e d’impatto immediato, la fluidità del verso, l’approccio diretto con il lettore, rendono le liriche di piacevole e facile lettura e ritraggono un poeta che arricchisce le sue poesie con la sua solida cultura, la sua sensibilità e soprattutto con la sua grande spiritualità: e lo fa con grande eleganza e senza artificiosità.

Marcella Mellea

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L’AUTORE

Marco Zelioli (Monza, 1951) ha insegnato materie letterarie e diretto scuole statali in provincia e in città di Milano dal 1984 al 2015. Dal 1978 si è occupato di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, seguendo le orme del padre, Aldo (1915-2008, ispettore centrale del Ministero della Pubblica Istruzione). È stato prima membro e poi coordinatore del GLIP (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale per l’Integrazione scolastica degli alunni disabili) di Milano ed ha anche insegnato alla SSIS – Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. 

Ha pubblicato le raccolte di poesie: Come spuma di onde (2017), Coriandoli di vita e di pensieri (2019), Briciole di vita (2020), Le mie lune e altre poesie (2021). Ha inoltre pubblicato i libri: Le parole dell’handicap (2001), Introduzione alla ricerca e all’uso dei dati scolastici (2002), Se l’handicap è nella scuola (2004).

Marco Zelioli, Frammenti di luce, prefazione di Marcella Mellea, Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 116, isbn 978-88-31497-69-5, mianoposta@gmail.com.