Giuseppe Pellizza, un divisionista a Volpedo, di Luciana Benotto

Luoghi, personaggi, fatti, leggende 

“Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d’una giornata d’estate, due contadini s’avanzano verso lo spettatore; sono i due designati dall’ordinata massa che van dietro per perorare presso il signore la causa comune…”

Con queste parole Giuseppe Pellizza, uno dei maggiori rappresentanti del divisionismo italiano, nato a Volpedo, descriveva nel 1892 il progetto per un quadro di tema sociale destinato ad incarnare, non l’ideale di un’arte per l’arte, ma quello di un’arte per l’umanità, che avrebbe portato alla realizzazione del “Quarto Stato”.

Volpedo è un piccolissimo centro che conta circa 1.200 anime occupate nella produzione di viti e frutta: rinomate sono, infatti, le sue pesche che vengono anche sciroppate e trasformate in marmellata, così come le sue profumatissime fragole.

Per le peculiarità storico-artistiche e per il suo centro ottocentesco ottimamente conservato, Volpedo è stato inserito dall’Anci, nel novero dei Borghi più belli d’Italia.

Il toponimo gli deriva dal nome che aveva nel XII secolo: Vicus Pedicus, vale a dire, villaggio degli armenti. In quel periodo la sua storia si intreccia con quella di Tortona, fino a quando nel 1347 il feudo passa ai Visconti che, circa un secolo dopo, lo affidano al capitano di ventura Perino da Tortona. Di lui, nell’atrio del municipio, rimane un bassorilievo fatto scolpire dalla Fabbrica del Duomo milanese per ringraziarlo di avergli donato Volpedo.

La Pieve di San Pietro è la chiesa del paese e risale al 965; si tratta di una costruzione romanica riplasmata nel XV secolo. Al suo interno stanno affreschi quattrocenteschi e la pala d’altare raffigurante San Luigi Gonzaga, dipinta da Pellizza.

Giuseppe Pellizza, figlio di un piccolo proprietario terriero, visse e lavorò in questo suo paese rivendicando la scelta di trascorrere l’esistenza in un luogo appartato, lontano da clamori, pur non rimanendo estraneo al dibattito artistico della sua epoca. Qui si creò uno studio dove si ritirava quando non dipingeva en plein air, atelier che usava anche per ricevere gli amici; si tratta di un ampio locale rischiarato da un lucernario zenitale con le pareti terra di Siena, sopra le quali corre una fascia architettonica che dà l’illusione di essere in rilievo.  In omaggio al suo pittore, l’amministrazione comunale ha creato un percorso artistico formato da dieci tele riprodotte in grande formato, disseminate per il paese proprio nei luoghi che Pellizza aveva ritratto, in modo da mettere a confronto l’ieri con l’oggi.  Anche la famosa piazzetta del Quarto Stato è stata riportata a com’era col suo bell’acciottolato, tanto che pare ancora di vedere i contadini ripresi mentre, con dignità, si recavano verso palazzo Malaspina a far valere le proprie ragioni.

Volpedo, oltre all’arte offre anche le sue specialità culinarie, ma leggiamo il menù: gnocchi di patate quarantine con tartufo, terrina di coniglio o lepre, bavarese alle pesche gialle su salsa di fragole, naturalmente di Volpedo.

Museo Studio di Giuseppe Pellizza

Da ott. Ad aprile 15.00 – 17.00 Sabato e Domenica ingresso gratuito per visite infrasettimanali e scolaresche tel. 0131 80318.